Avellino – Gelbison 0 – 0, umiliante pareggio interno dei Lupi, senza idee e del tutto innocui in avanti

Avellino – Gelbison 0 – 0

Avellino: Marcone, Aya, Moretti, Zanandrea, Rizzo (dal 59′ Ricciardi), Casarini, Franco (dal 68′ Dall’Oglio), Tito (dall’87’ Guadagni), Kanoute, Di Gaudio (dall’87’ Trotta), Murano (dal 59′ Gambale). All. Roberto Taurino. A disposizione: Pizzella, Antignani, Garetto, Russo, Ceccarelli, Matera, Auriletto, Micovschi.

Gelbison: Vitale, Cargnelutti, Grilli, Graziani, Uliano, De Sena, Sane, Foresta, Bonalumi, Loreto, Statella. All. Gianluca Esposito. A disposizione: D’Agostino, Cannizzaro, Onda, Marong, Sorrentino, Di Fiore, Mesisca, Citarella, Fornito, Savini, Correnti, Nunziante, Kyeremateng, Paoloni, Faella.

Arbitro: Mattia Ubaldi di Roma. Assistenti: Veronica Vettorel e Marco Cirilli. Q. U.: Luca Angelucci.

Ammoniti: Foresta (G), Grilli (G), Uliano (G).

Tutto sbagliato, tutto da rifare, soleva dire il grande Ginettaccio, al secolo Gino Bartali, uno dei più grandi ciclisti della storia mondiale di questo nobile sport. E probabilmente questa celebre frase del campione toscano, sarà stata ripetuta dalla quasi totalità dei numerossimi tifosi biancoverdi presenti allo stadio Partenio-Lombardi (oltre seimila!), vedendo la loro squadra del cuore esprimere un gioco incolore ed improduttivo, senza un barlume di idee per eventuali azioni offensive che potessero far pendere la bilancia del confronto dalla propria parte, al cospetto di un Gelbison, umile e volenteroso, ma assolutamente vulnerabile, soprattutto per via di una difesa imbarazzante.

Lo stucchevole ed “inservibile” 3-4-3 proposto da mister Taurino ha soltanto fatto il solletico ad un’avversaria, neo promossa dal campionato diilettanti. L’ex tecnico della Virtus Francavilla, pur vedendo la propria squadra non riuscire ad effettuare neppure un tiro in porta (ove si eccettui un ottimo calcio franco eseguito da Casarini che ha scaldato i guantoni del portiere cilentano), ha continuato imperterrito, con incredibile pervicacia, a proporre un sistema di gioco, chiaramente deficitario, perchè carente negli interpreti, alcuni dei quali certamente poco adusi a quella tipologia di proposizione offensiva.

E cosi è accaduto che il Gelbison di Gianluca Esposito, ben messo in campo, abbia potuto fare la sua buona figura, pur essendosi presentata ad Avellino, quasi come una vittima sacrificale. Mister Taurino ha assistito impassibile dinanzi ad una manovra dei suoi farraginosa, lenta e prevedibile, con un centrocampo a due, Franco-Casarini (con Dall’Oglio relegato in panchina), sistematicamente imbrigliato nella ragnatela proposta da Esposito, e soprattutto un tridente offensivo (Murano con le polveri bagnate, Di Gaudio non pervenuto e Kanoute capace di dribblare solo se stesso!) incapace di portare una sola insidia degna di questo nome ad una retroguardia salernitana apparsa quanto meno distratta e superabilissima.

“Spettacolo” assolutamente desolante dei biancoverdi dinanzi ad un pubblico record, almeno negli ultimi due anni. E dire che i tifosi biancoverdi, generosissimi non hanno mai smesso, neppure per un istante, di incitare i calciatori avellinesi. Alla fine, però, al triplice fischio dell’arbitro, la rabbia dei supporters irpini è esplosa in maniera irrefrenabile e sono venuti fuori cori irripetibili all’indirizzo del presidente D’Agostino, che, certamente non avrà gradito nè le ingiurie nei suoi confronti, nè la vergognosa prestazione odierna della squadra.

Ma nel caso del presidente biancoverde, mai detto fu più significativo del seguente: “Chi è causa del proprio mal, pianga se stesso!”.

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