Avellino, la chiusura di Telenostra rende un pò orfana tutta l’Irpinia, e non solo il mondo dell’informazione nostrana

La chiusura della vecchia, cara, Telenostra (sebbene si trattasse, ormai da tempo, solo e semplicemente della sede avellinese di Lunaset) è’ una notizia tremenda, ovviamente soprattutto per quel che consegue sul piano occupazionale per i colleghi ed amici che hanno assicurato sempre, e finora, la massima professionalità ed il grande e passionalissimo attaccamento al lavoro (e si parla di amici e colleghi carissimi). La brutale decisione dell’editore di accentrare tutta la produzione televisiva del gruppo Lunaset nella sede di Napoli rappresenta un’inaccettabile onta nei confronti di un’intera comunità, l’Irpinia.

Forse, l’inizio della fine si ebbe indubitabilmente nel momento in cui l’imprenditoria irpina consentì che la creatura del grande maestro del giornalismo nostrano, Pasquale Grasso, finisse nelle mani di forestieri. Con la chiusura della sede irpina di quella che fu Telenostra (una denominazione che, quando fu fondata, circa sette lustri orsono, evocava un modo addirittura familiare di fare televisione) se ne va via per sempre un pezzo della storia d’Irpinia, e non solo e non tanto per quel che riguarda il mondo dell’informazione.

Da oggi siamo tutti un pò orfani di un modo genuino e quasi affettivo di fare televisione, che è tramontato per sempre.

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