Avellino, la Procura della Repubblica ha disposto il sequestro dell’area relativa al cantiere di Piazza Castello

Questa mattina la Procura della Repubblica di Avellino ha disposto il sequestro preventivo d’urgenza della area sita in Avellino alla Piazza Castello laddove insiste il cantiere per i lavori di riqualificazione urbana dell’ area medesima. “Il provvedimento cautelare reale – si legge nella nota a firma del Procuratore Capo Rosario Cantelmo – è stato adottato nell’ambito di indagini, condotte dal Corpo Forestale dello Stato NIPAF di Avellino oltre che dall’Aliquota di P.G. del predetto Corpo, aventi ad oggetto il reato di omissione di atti d’ufficio ed il reato di gestione di rifiuti non autorizzata.
A seguito dell’ ispezione dei luoghi effettuata il 25.11.2014 su delega del pubblico ministero ed a seguito del deposito della relazione del consulente tecnico del P.M. in data 3.12.14 (che rendeva ulteriori chiarimenti tecnici il 17.12.14), questa Procura ritiene che siano stati indebitamente rifiutati atti d’ ufficio (che dovevano essere compiuti senza ritardo per ragioni di sicurezza pubblica, nonché di igiene e sanità) omettendosi (in violazione degli obblighi di cui all’ art. 242, comma 1,2 e 3 ed all’ art. 250 del D. Lgs. 152/2006) di adottare le misure necessarie di prevenzione e la messa in sicurezza di emergenza dell’ area di Piazza Castello in Avellino, nonostante che le analisi condotte in data 04/06/2012 (su un campione di terreno prelevato dall’area citata) avessero rivelato il superamento del valore di concentrazione soglia di contaminazione per il parametro “cadmio” e nonostante che dall’”Analisi di Rischio” (disposta dal Comune di Avellino ed eseguita da tecnici incaricati dal medesimo ente) risultasse che l’area di Piazza Castello presenta un rischio sanitario-ambientale non accettabile per i parametri di “piombo” e “arsenico”.
Nel corso delle indagini è, in particolare, emerso che durante i lavori di scavo, volti alla riqualificazione urbana dell’ area di Piazza Castello ed intrapresi nel 2012, veniva portato alla luce un’ ingente quantità di materiale (risultato successivamente dall’analisi di rischio essere la sorgente contaminante) utilizzato, in passato e da ignoti, attraverso operazioni di riporto (quale livellamento dell’area Piazza Castello) e comprendente rifiuti eterogenei e derivanti da attività di demolizione e costruzione (attualmente in parte ancora illecitamente ed indebitamente ammassati nella piazza Castello in n.3 cumuli (rispettivamente di circa 100 metri cubi, di circa 70 metri cubi e di circa 300 metri cubi), nonché manufatti contenenti amianto, tutti rinvenuti nel sottosuolo dell’area di piazza Castello.
Al fine di garantire la tutela della falda acquifera sottostante, in relazione alla contaminazione da piombo e da arsenico, gli stessi tecnici incaricati dal Comune di Avellino hanno, invano, raccomandato nel documento di “Analisi di Rischio” un’adeguata impermeabilizzazione dell’intera superficie del cantiere (che corrisponde a tutta l’area di piazza Castello) con drenaggio delle acque di pioggia/ruscellamento, onde evitare proprio il contatto delle acque meteoriche con il terreno contaminato e quindi la migrazionedell’acqua contaminata nella falda acquifera sottostante alla piazza Castello, evidenziando, inoltre, la necessità di un monitoraggio delle acque di falda da attuarsi con cadenza almeno annuale. Viceversa, a seguito dell’ ispezione dei luoghi, questa Procura ha constatato che l’area di Piazza Castello è stata lasciata, ormai da oltre due anni, in uno stato di totale abbandono ed incuria (l’area è sovrastata da sterpaglia, piante infestanti e pioppi), con la presenza dei suddetti cumuli di rifiuti (contenenti anche amianto) nel sito. In tale stato, l’area è ancora esposta alle piogge ed al rischio concreto di migrazione dei contaminanti nella falda acquifera e non è stato adottato alcun idoneo intervento, nell’immediato ed a breve termine, atto a contenere la diffusione delle sorgenti primarie di contaminazione ed impedirne il contatto con altre matrici presenti nel sito, in attesa di ulteriori e futuri interventi di bonifica o di messa in sicurezza operativa o permanente. Il tutto nonostante chela Procura di Avellino abbia disposto fin dal 14 agosto 2012 il dissequestro probatorio dell’ area (riconsegnandola al Comune di Avellino il 17 agosto 2012) con l’ espressa prescrizione di procedere agli interventi di cui all’art. 247 del D.Lvo 152/2006 (norma quest’ultima che stabilisce che “Nel caso in cui il sito inquinato sia soggetto a sequestro, l’autorità giudiziaria che lo ha disposto può autorizzare l’accesso al sito per l’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale delle aree, anche al fine di impedire l’ulteriore propagazione degli inquinanti ed il conseguente peggioramento della situazione ambientale”). Anzi, a causa delle predetta incuria dell’ area di Piazza Castello, la struttura del terreno è stata influenzata dall’azione meccanica esercitata dalle radici delle piante che aumenta la permeabilità del suolo e la capacità di infiltrazione delle acque di pioggia, con conseguente ulteriore rischio di migrazione dell’acqua potenzialmente contaminata nella falda acquifera.
Il provvedimento di sequestro – conclude Cantelmo – è stato emanato d’urgenza per evitare l’ulteriore compromissione dell’integrità ambientale del sito, anche alla luce dell’ attuale periodo stagionale caratterizzato dal progressivo e repentino incremento delle precipitazioni di carattere piovoso con potenziali effetti sui sopraesposti processi di contaminazione anche dell’ambiente esterno al sito stesso”.

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