Avellino, l’Assessore Forgione sul Bilancio: “Nessun ricorso a consulenze esterne. Non c’è nessuno scontro con la dirigenza”

Questa amministrazione non ha fatto ricorso e né intende fare ricorso a consulenze per verificare i conti del Comune”. A dichiararlo è l’assessore alle Finanze del Comune di Avellino, Gianluca Forgione. “Ormai – prosegue Forgione – si dispone di un quadro completo della reale situazione finanziaria dell’Ente, tale da permettere una valutazione nel merito circa le azioni da intraprendere. C’è una relazione del MEF, uno schema di rendiconto relativo all’esercizio finanziario 2017 redatto da un funzionario del ministero dell’Interno che certifica un maggior disavanzo di € 16.183.216,63, due relazioni dei collegi dei revisori dei Conti, l’ultima delle quali conclude con un parere favorevole all’approvazione del conto consuntivo 2017 ma mette in risalto diverse criticità”.

“Il dirigente dell’ufficio ragioneria del Comune ha ritenuto opportuno adottare, nella sua autonomia gestionale riconosciuta dall’ordinamento, una determinazione finalizzata all’affiancamento nella fase di studio e predisposizione degli atti relativi alla salvaguardia degli equilibri di bilancio di cui all’art 193 del T.U.E.L. n. 267/2000 e, laddove occorra, del piano di riequilibrio finanziario pluriennale da trasmettere alla sezione regionale della Corte dei Conti e al Ministero dell’Interno”, dice ancora Forgione.  

“Si tratta di un atto di natura gestionale la cui adozione presuppone valutazioni di  fatto e di diritto che rientrano nelle competenze  dirigenziali.  La legge Bassanini ed i recenti interventi normativi hanno distinto le funzioni di natura politica e quelle gestionali, e conseguentemente le relative “responsabilità”. La parte politica fornisce direttive ed indirizzi alla parte gestionale e quest’ultima deve eseguirle nei modi e nei tempi  previsti ovvero far rilevare i motivi ostativi alla realizzazione, ma soprattutto segnalare all’amministrazione le criticità, anche esprimendo un parere non favorevole su una proposta dell’organo politico, qualora rilevi che quest’ultima sia tecnicamente o contabilmente non conforme alla normativa, al fine di tutelare l’Ente”.

“Ad oggi le direttive formalizzate ai dirigenti competenti  (e quindi agli atti dell’Ente) riguardano: la verifica degli iscritti all’anagrafe comunale che non si incrociano con gli iscritti nel ruolo della TARI (circa 4000 posizioni), la verifica sull’attività cosiddette  di garanzia svolta dalla società di accertamento e riscossione dei tributi comunali, la ricognizione degli immobili di proprietà comunale, la verifica sul versamento dei canoni dovuti  dalle associazioni che occupano gli immobili, la verifica sulle liquidazioni in attesa dell’emissione del mandato di pagamento”.

“Ritornando  alla situazione finanziaria del Comune di Avellino – precisa l’assessore Forgione – si ritiene che il ricorso alla “procedura di riequilibrio” e la “dichiarazione di dissesto” non siano due atti alternativi applicabili discrezionalmente dall’Ente nelle medesime situazioni, ma atti diversi applicabili in situazioni diverse”.

L’ipotesi dissesto è tuttora aperta, considerato che il  ricorso a tale procedura costituisce una determinazione vincolata in presenza dei presupposti fissati dalla legge e l’omessa ovvero intempestiva dichiarazione, oltre a determinare effetti pregiudizievoli per l’Ente, costituisce responsabilità, anche erariale, in capo ai funzionari ed agli amministratori che omettono o ritardano tale adempimento. Quindi “Gli enti locali non possono ricorrere alla procedura di riequilibrio quando già sussistono gli elementi del dissesto ma solo, si ribadisce, quando “sussistano squilibri strutturali del bilancio in grado di provocare il dissesto finanziario”.

Nel caso del Comune di Avellino, la situazione finanziaria  trova la propria sintesi  nella criticità della gestione della cassa caratterizzata dal costante utilizzo di  Fondi vincolati (tra l’altro non reintegrati a fine anno 2017), dalla contestuale presenza di una elevata  consistenza di liquidazioni non evase che alla data odierna ammontano ad € 16.868.424,00 (al 2 ottobre ad € 16.107.061,08, al 13 settembre ad € 14.741.639,86, al 25 luglio  ad € 16.424.644,06) e dal ritardo nei tempi di pagamento (il cui indicatore di tempestività dei pagamenti è di giorni 98,28 per il 3^ trimestre 2018): sintomatico è la difficoltà ad affidare mediante gara il  servizio di tesoreria del Comune. L’esame complessivo della situazione finanziaria del Comune, consentirà l’adozione dei  consequenziali provvedimenti in piena consapevolezza e per il bene della città”.

    

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