Avellino – Lupa Roma 6 – 1, per Bucaro una prima travolgente
Avellino – Lupa Roma 6 – 1
Avellino: Pizzella, Patrignani, Morero (dall’87′ Capitanio), Dondoni, Mithra, Tribuzzi, Gerbaudo, Matute (dal 68′ Di Paolantonio), Carbonelli (dal 56′ Da Dalt), Sforzini (dall’80′ Ciotola), De Vena (dal 53′ Mentana). A disposizione: Lagomarsini, Nocerino, Buono, Saporito. All.: Bucaro.
Lupa Roma: Gori, Perocchi, Romeo (dal 57′ Di Giovanni), Negro (dal 79’ Di Franco), Fe (dal 79′ Barba), Loggello, Cacciotti, Alonzi, Pompili, Scibilia (dal 57′ Ansini), Tocci (dal 65′ Rossetti). A disposizione: Maltempi, Rebecchini, Cuscianna, Tommaselli. All.: Amelia.
Arbitro: Zamagni di Cesena. Assistenti: Maldini e Abagnale di Parma.
Marcatori: al 7′ Sforzini, al 10′ Tribuzzi, al 17′ Alonzi (L.R.), al 34′, al 36′ e al 51′ De Vena, al 78′ Sforzini.
Ammonito: Pompili (L.R.). Angoli: 7-2. Rec.: 1′ pt ; 3′ st.
Il ritorno di Bucaro dopo sette anni sulla panchina dell’Avellino è coinciso con il ritorno alla vittoria della compagine biancoverde. Un successo roboante, con addirittura sei gol nella porta degli avversari, roba da annali storici. E’ vero che la gara per Morero e compagni non si preannunciava difficile, ma il modo con il quale la squadra irpina ha portato a casa i tre punti ci pare quanto meno emblematico di un ritrovato spirito positivo.
La partita è iniziata come meglio non avrebbe potuto sperare mister Bucaro, che, al suo esordio sulla panchina biancoverde, dopo appena dieci minuti, aveva già esultato due volte per i gol, al 7′ di Sforzini (di tacco dopo un’azione davvero brillante da parte dei suoi compagni) e al 10′ con Tribuzzi (percussione irresistibile sulla destra, con ingresso in area e bordata sotto l’incrocio dei pali, con il povero portiere ospite annichilito).
Con il doppio vantaggio i ragazzi in maglia verde hanno ripreso un po’ di fiato, lasciando troppo campo agli avversari, che, al 17′, sono riusciti ad accorciare le distanze, complice una retroguardia avellinese del tutto imbambolata sull’ennesima palla inattiva, con un pizzico di responsabilità in più da parte del 17enne portiere esordiente Pizzella, che non è riuscito a trattenere la sfera, dopo un tiro da appena un metro di un avversario. Dopo il gol segnato, gli ospiti hanno mostrato maggiore reattività, approfittando di un attimo di disorientamento dei biancoverdi.
Ma i Lupi volevano chiudere la pratica Lupa Roma già nei primi quarantacinque minuti di gioco, ed infatti, nel giro di soli 120 secondi, al 34′ e al 36′, il bomber De Vena ha sfruttato due ottimi cross dalla sinistra di un ritrovato Mithra ed ha insaccato inesorabilmente (sul primo gol, di testa, del bomber ex Casertana, appare evidente l’uscita a vuoto del portiere romano che facilita la realizzazione dell’attaccante biancoverde; mentre sul secondo gol c’è stato anche lo zampino di un ispirato Tribuzzi, che, dopo aver raccolto l’ottimo cross dell’ex Lanusei, ha scaricato al centro per De Vena, che ha gonfiato la rete). Il 4-1 ha chiuso non solo il primo tempo ma ha anche messo una pietra tombale sul match.
L’inizio della ripresa è stato di pura accademia per i Lupi che, però, non si sono limitati soltanto a gestire, ma, con la forza dei nervi distesi, hanno provato anche giocate interessanti. In quest’ottica, è stato da applausi a scena aperta il quinto gol, terzo personale di De Vena, che ha raccolto un cross dalla trequarti di Matute ed ha messo dentro con un sinistro al volo, che ha tolto le ragnatele sotto la traversa della porta dei Romani. Un gol così si vede solo in serie B, e quest’aspetto la dice lunga sulle potenzialità tecniche del piede mancino di De Vena.
La partita è andata avanti solo per onorare il prezzo del biglietto, ma di agonistico e di interessante è rimasto ben poco. In ogni caso, a svegliare dal torpore gli spettatori ci ha pensato Nando Sforzini, che, al 78′, ha approfittato della giornata no del pipelet romano per siglare la sua personale doppietta, con un tiro forte ma centrale che il portiere avversario si è fatto passare sotto la pancia.
Con questi tre punti l’Avellino ha accorciato le distanze (è ora a cinque lunghezze) dal Trastevere, che è stato sconfitto in Sardegna dal Lanusei, che a sua volta ha (momentaneamente) raggiunto in vetta i Romani, a quota 35. La compagine laziale, tuttavia, al pari dei Lupi, deve recuperare una gara.