Avellino, mercoledi 25 giugno 2014 convegno organizzato dall’Ordine degli Architetti: “La rigenerazione urbana sostenibile”
Si terrà domani, mercoledì 25 giugno 2014, a partire dalle ore 15.30 presso l’Hotel de la Ville di Avellino, il convegno dal titolo Ri.U.So – Rigenerazione Urbana Sostenibile.
L’incontro, organizzato dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Avellino con il patrocinio dell’ANCE Avellino (Associazione Nazionale Costruttori Edili) avrà, infatti, come oggetto la rigenerazione urbana sostenibile e la chiarezza interpretativa relativa all’attualizzazione del D.M. 1444 sugli standard urbanistici.
Ad introdurre l’incontro l’Arch. Fulvio Fraternali, presidente dell’Ordine degli Architetti di Avellino; il Geom. Romeo Tenore, consigliere del Collegio dei Geometri di Avellino e l’Ing. Giuseppe Scognamillo, presidente dell’Ance di Avellino.
Ad intervenire sul tema, ci saranno: il prof. Avv. Pierluigi Mantini, componente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa e l’Arch. Alberto Romeo Gentile, dirigente del settore Politica del Territorio della Regione Campania, il settore predisposto ad attuare modifiche legislative su tali argomenti.
Il dibattito che ne seguirà rappresenterà un punto di incontro e confronto su una tematica tanto importante per tutti gli ordini coinvolti nell’ottica di attuare politiche di rigenerazione urbana ad Avellino e su tutto il territorio provinciale.
Così l’architetto Fraternali, presidente dell’Ordine: “L’ordine degli Architetti, P.P. e C. della Provincia di Avellino ritiene non sia più dilazionabile il rilancio di un Programma nazionale per le città che, all’insegna della Rigenerazione Urbana Sostenibile, attivi un’unica, omogenea e coerente politica nazionale per migliorare le città italiane. Sviluppare strategie per la sostenibilità ambientale e lo stop al consumo al suolo, incentivare il riuso degli edifici e delle aree urbane esistenti, favorire la messa in sicurezza del patrimonio edilizio privato, valorizzare quello pubblico, deve essere l’obiettivo da perseguire”.
Prosegue: “Il progetto che si deve realizzare è quello di promuovere all’interno della Comunità Europea che l’Italia è capace di invertire la marcia con nuove idee, sia sotto il profilo del risparmio dell’uso del suolo, sia sotto il profilo del risparmio energetico. Da questa combinazione si otterrà una migliore qualità della vita, una migliore architettura, capace di promuovere lo sviluppo e la sostenibilità ambientale, in cui la buona architettura contribuisce a risolvere i problemi della gente. Pertanto, relativamente al D.M. N.1444/68 è necessario promuovere a livello nazionale una forte azione a focalizzare l’attenzione sulla necessità di una diversa regolamentazione nella Zona B, per i limiti di altezza degli edifici, distanza tra edifici e da strade. Le disposizioni attuali determinano, nella maggior parte dei casi, la impossibilità pratica di concretizzazione gli incrementi volumetrici, del Piano Casa o auspicabili, al fine di perseguire l’obiettivo della messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente e dell’efficientamento energetico”.
“Un forte interesse sul riuso è espresso a livello nazionale anche dai prossimi interventi previsti da Matteo Renzi – conclude Fraternali-. Alcuni aspetti normativi vigenti, in particolare il già citato D.M. 1444, che parla di distanza tra i fabbricati dalla strada, rendono difficile l’attuazione del riuso e cioè l’intervento sull’esistente in assenza di una nuova legge urbanistica. Per tentare di superare le eventuali contraddizioni attuative, l’Ordine degli Architetti, insieme alla categoria professionale dei Geometri e con il patrocinio dell’Ance della provincia di Avellino, ha organizzato un convegno – dibattito con la partecipazione di personalità di spicco del settore. Questo convegno, inoltre, non è un incontro come tanti, perché molte delle problematiche che saranno affrontate sono strettamente connesse alla situazione urbanistica del nostro territorio. Le tematiche risultano particolarmente impegnative anche perché si inserisce in una situazione urbanistica come quella italiana e in una logica di spirito di sostenibilità della vita che ci deve sempre più appartenere. In sintesi: l’intervento sull’esistente, al fine di evitare spreco di suolo agricolo e boschivo, è fondamentale per lasciare alle future generazioni un ambiente salvaguardato e per dare loro un esempio etico”.