Avellino – Perugia 0 – 5, storica sconfitta per i Lupi: prendono cinque schiaffi dagli Umbri e dall’ineffabile Manganiello
Avellino-Perugia 0 – 5
Avellino: Radunovic, Gonzalez, Jidayi, Djimsiti, Laverone, Lasik (dal 59′ Camarà), Moretti, Paghera, Belloni (dal 48′ Castaldo), Verde (dal 65′ Migliorini), Ardemagni. A disposizione: Lezzerini, Perrotta, Eusepi, Soumarè, Omeonga, Solerio. All.: Novellino.
Perugia: Brignoli, Dossena, Del Prete, Di Chiara, Mustacchio, Gnahoré, Acampora (dal 64′ Ricci), Fazzi (dall’89’ Garofalo), Dezi, Guberti (dal 56′ Terrani), Di Carmine. A disposizione: Elezaj, Nicastro, Di Nolfo, Panaioli, Forte, Achy. All.: Bucchi.
Arbitro: Manganiello di Pinerolo. Assistenti: Bellutti di Trento e Grossi di Frosinone. Quarto uomo: Luciano di Lamezia Terme.
Marcatori: 12′, 38′ e 60′ Di Carmine, 71′ Laverone (aut.), 75′ Terrani.
Espulsi: al 64′ Djimsiti e all’83′ Gonzalez. Ammoniti: Belloni e Gnahoré (P). Angoli: 5-4. Rec.:1′ pt; 0’st.
Quest’oggi si è riscritta la storia dei Lupi al Partenio-Lombardi: i ragazzi di Novellino hanno rimediato una sconfitta dalle proporzioni eclatanti, che probabilmente fissano nello 0-5 odierno il record negativo dell’Avellino, almeno dell’ultimo mezzo secolo.
Una giornataccia così sarà ricordata davvero a lungo dai sostenitori biancoverdi. L’Avellino ha perso un match in maniera indiscutibile, perchè sin dalle prime battute si è notato in campo un diverso approccio delle due contendenti: deciso e sicuro di sè il Perugia, impacciato, titubante e forse anche rinunciatario l’Avellino. La compagine di Novellino ha fallito l’impatto iniziale sul piano mentale, prima che tattico, sebbene il tecnico di Montemarano nel dopo gara si sia assunto tutte le responsabilità di questa inusitata debacle. Speriamo che questa brutta pagina del campionato biancoverde, possa sortire, auspicabilmente, effetti positivi, in termini di eventuale “bagno di umiltà”, non solo e non tanto da parte dei calciatori e dello staff tecnico, ma anche da parte della tifoseria biancoverde, che già stava cominciando a “sognare in grande”.
E’ vero che la cronaca di questa gara ci restituisce una prima colossale svista ai danni dell’Avellino da parte dell’ineffabile Manganiello (un arbitro, avviso, decisamente incapace sul piano tecnico), in quanto, dopo appena 2′ di gioco, il fischietto piemontese non rileva un clamoroso fallo di mano di un difensore biancorosso su cross dalla sinistra di Belloni. Ma è altettanto evidente che la gara la fa il Perugia e l’Avellino si adegua, cercando di rispondere sulle ripartenze, che, ad ogni modo, con il passare del tempo, si fanno comunque meno convinte. Al 12′ i Grifoni sono già in vantaggio: Di Carmine (vera e propria” bestia nera” dell’Avellino, con due reti segnate anche nel match di andata), in piena area di rigore, spostato sulla destra, spalle alla porta, si gira rapidamente e sorprende, sia Jidayi (che lo controllava da presso) che Radunovic, scaricando con enorme violenza un tiro che s’insacca sotto la traversa.
L’Avellino, forse più sul piano nervoso che su quello della convinzione e lucidità, cerca di reagire, ma riesce a combinare pochissimo sulla trequarti avversaria, anche per via di un assetto offensivo che vede troppo isolato Ardemagni, incapace di pungere nella guarnitissima retroguardia umbra. La squadra di Novellino paga evidente dazio in termini di profondità e capacità penetrativa per via dell’evanescenza degli esterni Verde e Belloni, che collaborano assai di rado con la prima punta milanese. La rinuncia iniziale ad un attaccante tecnico e fisico come Castaldo si rivela, nel quadro tattico complessivo della gara, un lusso eccessivo che il mister montemaranese non può permettersi.
Così accade che ad un Avellino scarsamente pungente corrisponda un Perugia sempre più padrone del campo, che cerca di mettere a segno il raddoppio. Che, puntuale, arriva al 38′: sugli sviluppi di una percussione sulla fascia destra di Mustacchio, mal contenuto da Laverone, l’esterno destro perugino mette dentro un rasoterra per l’accorrente Di Carmine, che, tutto solo, al centro dell’area di porta non ha difficoltà a segnare ancora. Il primo tempo si chiude con questo duplice svantaggio dei Lupi.
Tre minuti dopo l’avvio della ripresa, arriva finalmente il turno di Castaldo, sebbene si abbia netta la sensazione che la mossa di Novellino sia colpevolmente tardiva. Purtroppo, l’impressione si tramuta ben presto in dato di fatto, visto che al 15′ della ripresa, Di Carmine fa tris: scattato sul filo del fuorigioco (male articolato dalla retroguarida biancoverde), l’ex attaccante della Juve Stabia infila centralmente l’incolpevole Radunovic. La gara si chiude praticamente qua, anche perchè l’ineffabile Manganiello, vuole, anzi “pretende” di fare anch’egli il protagonista, chiamando e richiamando tutte le attenzioni del pubblico su di sè: un’ entrata certamente fuori tempo, a centrocampo, di Djimsiti su un avversario, probabilmente meritevole di un’ammonizione, viene trasformata dal direttore di gara in un “rosso diretto” che fa “piovere sul bagnato” per la squadra di Novellino.
Il Perugia dilaga, grazie ad altri due episodi favorevoli: prima (al 71′) con una sfortunata autorete di Laverone e poi con la quinta rete (al 75′) di Terrani. Ma non è finita qua, perchè sempre l’ineffabile Manganiello, non pago dei continui torti nei confronti dei biancoverdi, decide di tirare fuori dalla contesa anche Gonzalez, con un altro incredibile cartellino rosso. Dopo un quarto d’ora di assoluta “accademia”, giusto per far trascorrere l’inutile tempo finale, questa storica batosta per i biancoverdi può finalmente andare a sistemarsi negli annali, destinata rimanervi come vero e proprio record negativo.
Foto: LaPresse