Avellino – Pisa 1 – 0, la ruota della fortuna questa volta ha preso la strada giusta per i Lupi. Il gol di D’Angelo un segno del destino
Avellino – Pisa 1 – 0
Avellino: Radunovic, Gonzalez, Djimsiti, Perrotta, Asmah, Camarà (18’ st D’Angelo), Omeonga (29’ st Belloni), Paghera, Crecco, Mokulu, Ardemagni (11’ st Castaldo). A disposizione: Frattali, Diallo, Lasik, Donkor, Jidayi, Bidaoui. All.: Napoli.
Pisa: Ujkani, Avogadri, Del Fabro, Lisuzzo Longhi, Verna (29’ st Mannini), Di Tacchio, Lazzari (23’ st Mudingayi), Peralta, Lores Varela (34’ st Eusepi), Cani. A disposizione: Giacobbe, Birindelli, Favale, Sanseverino, Gatto, Fautario. All.: Gattuso.
Arbitro: Marco Piccinini di Forlì. Assistenti: Mauro Galetto e Luigi Rossi di Rovigo. Quarto uomo: Giuseppe Strippoli di Bari.
Marcatore: al 29’ del st D’Angelo.
Ammoniti: Mokulu, Di Tacchio (P), D’Angelo, Castaldo e Radunovic. C. A.: 1-7. Rec.: 1’ pt, 5’ st.
Il calcio spesso ti toglie, ma altrettanto spesso ti restituisce. In questo campionato (per esempio la sconfitta di Novara) ai Lupi era capitato di perdere per un episodio sfortunato. Quest’oggi, invece la dea bendata ha deciso di girare nel verso giusto per i Lupi.
Non è stata certamente una gara spettacolare. Ma oggi l’estetica contava zero. Quel che importava, da ambo le sponde, era che arrivassero i tre punti. Il come, era un dettaglio del tutto trascurabile. Del resto, c’è da dire che sostanzialmente è venuta fuori la tipologia di sfida che ci si attendeva: grinta e cuore in mezzo al campo, sia per Avellino che per i Lupi, ma conclusioni indirizzate verso lo specchio della porta davvero pochine. E, tutto sommato, tiri nello specchio della porta pochissimi, da poter contare sulle dita di una sola mano. Tra i due portieri è stato senz’altro Radunovic quello più “impegnato”.
Primo tempo di chiara marca pisana, con gli uomini di Ringhio Gattuso a dettare i tempi delle giocate, e con un centrocampo biancoverde che pagava dazio sul piano fisico. Il campo assai pesante forse aiutava maggiormente la fisicità dei toscani, anche perchè nel cerchio centrale i Lupi opponeva no due pesi piuma come Paghera ed Omeonga. L’ex Lanciano ha cercato di darsi da fare, soprattutto in fase di proposizione, ma le sue giocate spesso non approdavano a niente. Le occasioni per gli ospiti non sono mancate nella prima frazione, quella più clamorosa è stata sciupata dopo appena 8′ da Varela, che, accompagnato da un compagno, in un rapidissimo contropiede (due contro uno) si faceva murare in angolo il tiro dal recupero prodigioso di Djimsiti. l’unica sortita dei Lupi nell’area avversaria era sciupata da Mokulu (poco oltre la mezzora), che approfittando di uno svarione del proprio marcatore, riusciva a portarsi la sfera negli ultimi sedici metri, sebbene defilato sulla destra, ma giunto alla conclusione, l’attaccante belga metteva clamorosamente a lato un improbabile interno destro, che non diventava buono neppure per una deviazione sotto porta per l’accorrente Ardemagni.
La ripresa vedeva il prevedibile ritorno dei Lupi, forse più per una sorta di furore agonistico, che per una loro superiorità tecnico-tattica nei confronti degli avversari. Ma era un fuoco fatuo, che si spegneva in pochi minuti. Gli ingressi di Castaldo, prima, e di capitan D’Angelo poi, servivano quanto meno a dare un pò di verve e personalità ai biancoverdi, che, grazie all’apporto dei due veterani, riuscivano a rintuzzare con maggiore efficacia i tentativi dei pisani. La partita diventava sempre più equilibrata, anche per via dell’enorme fatica che aveva consumato tantissime energie ai 22 protagonisti su un campo davvero pesante per la pioggia. Ormai era chiaro che solo e soltanto un episodio fortuito e fortunoso avrebbe regalato ad una delle due contendenti la vittoria.
La gara sembrava voler prendere definitivamente la piega del nulla di fatto, allorquando, si era ad un quarto d’ora circa dal triplice fischio, la dea bendata decideva finalmente di dare una mano ai Lupi: la palla giungeva a D’Angelo appostato ad una quindicina di metri dalla porta del pipelet pisano, tiro di sinistro di prima intenzione del guerriero di Ascea, con la sfera che incocciava sullo stinco del difensore Longhi e cambiava completamente traiettoria, andando ad infilarsi alla destra dell’estremo difensore nerazzurro. Gol per i Lupi! Forse un segno del destino per capitan D’Angelo, che non era stato neppure schierato titolare.
Il guerriero di Ascea, che era stato scosso in settimana dalla brutale aggressione che aveva visto vittima suo padre Peppino, ha forse trovato in quel gol fortunoso il punto di svolta di una stagione intera. Come preconizzavamo questa mattina, in sede di presentazione di questo match, ci volevano proprio questi tre punti per rasserenare l’intero ambiente biancoverde, sfiancato e depresso dalle contestazioni al tecnico Toscano, prima, e alla dirigenza irpina, poi. Avevamo chiesto un gol, uno soltanto per tre punti fondamentali. Magari segnato proprio da capitan D’Angelo, che aveva mille e più motivi per lanciare il proprio urlo liberatorio.
Ecco, caro Angelo, il destino è venuto incontro a te ed ai tuoi compagni, Ora sta a tutti voi fare tesoro di questo favore della fortuna, per indirizzare e raddrizzare definitivamente il vostro campionato.
Foto: La Nazione