Avellino, politiche sociali dell’Ambito A4: la nota di Raffaele Tangredi, Segretario generale FNP-CISL IrpiniaSannio
Sulle politiche sociali dell’Ambito A4 interviene con una nota il segretario generale della FNP-CISL, Raffaele Tangredi.
Ecco il testo della citata nota:
Ancora una volta in questi cinque anni le politiche sociali dell’ambito A4 non sono partite e non partiranno perché l’ambito è rimasto senza vertici politici e senza il presidente dell’assemblea che è scaduto. Dei 16 comuni che compongono il Consiglio di Amministrazione, convocati dal Sindaco del Comune Capoluogo per ricostruire un Consiglio fantasma, si sono ritrovati solo in cinque. Isolato il comune di Avellino. La cosa grave è che nessuna formazione politica a livello locale e nazionale, nei programmi elettorali per la tornata del 25 settembre p.v., ha affrontato la problematica socio-sanitaria che sta per esplodere per la mancanza di medici, infermieri ed attrezzature logistiche e sanitarie, soprattutto nei nostri territori.
“ E’ una vergogna quello che sta accadendo nell’Ambito A4 di Avellino – afferma il Segretario Generale della FNP IRPINIASANNIO Raffaele Tangredi – ha ragione l’assessore regionale Fortini, un ambito delle politiche sociali, non appartiene ad un sindaco ma ad una comunità.”
“ Non è possibile – continua Tangredi – lasciare dal 2018, 96 mila cittadini di cui il 24% con una età superiore ai 60 anni senza assistenza sociale, in una provincia in cui l’ ASL non affronta la situazione sanitaria intervenendo sul territorio. “
“Noi come CISL abbiamo plaudito al commissariamento dell’Ambito da parte della Regione Campania e riteniamo che solo il Commissario che adesso, oltre i ricorsi al TAR, deve essere ASSOLUTAMENTE nominato e potrà incominciare a far funzionare la struttura, iniziando dal perfezionamento della programmazione del 2018 utilizzando i fondi e pubblicando i bilanci per sapere gli 8 (OTTO) milioni erogati dalla Regione sulla annualità del 2019 che fine hanno fatto. E così quelli erogati dal piano sanitario per le annualità 2019 -2020 e 2021-2022. Io non voglio entrare nel merito dell’aspetto politico e nella dicotomia tra il Sindaco del Comune Capoluogo e i Sindaci dei restanti 15 comuni, ma far cadere sempre il numero legale per il completamento delle nomine del Consiglio di Amministrazione e soprattutto non far approvare dai 16 Consigli Comunali il contratto di servizio tra il Consorzio ed i Comuni è una situazione gravissima. “
Ma chi gestisce oggi l’Ambito ?
“ E’ dal 2018 che si parlava di un Consorzio di Comuni, fatto ratificato solo alla fine del 2020, ma che non ha mai funzionato per mancanza della struttura amministrativa, di un direttore generale che nonostante avesse vinto il bando di concorso non è stato nominato e pare sia in causa con il Comune. Attualmente l’ambito è gestito dal segretario comunale del Comune capo fila di Avellino per l’ordinario, ma di fatto non funziona. Come si vede la ulteriore proroga concessa dalla Regione Campania, oltre i 45 giorni già dati, superiore ai 30 concessi ad altri Ambiti, non ha portato ad una favorevole conclusione della vicenda. Ma soprattutto è grave che una popolazione di circa 100 mila persone non possa fruire dei servizi sociali che erogano gli Ambiti, ancora una volta milioni stanziati che non vengono spesi per incapacità dei nostri amministratori a non trovare un accordo a favore della popolazione più debole.
Ma quali sono i campi in cui l’Ambito deve intervenire.
Innanzitutto nell’assistenza domiciliare. Noi ci troviamo in una provincia in cui è saltata l’assistenza sanitaria nei territori in quanto non sono mai partiti i distretti sanitari in tutte le materie, ma solo per quanto riguarda la maternità. Abbiamo aperto un contenzioso con l’ASL di Avellino e con la Direttrice Generale sia in ordine alla gestione della pandemia sia nella richiesta dell’attivazione del Comitato Partecipativo e Consultivo dell’ASL che non è mai stato convocato, e di cui attendiamo la riunione per poter parlare dello sviluppo delle attività sanitarie sul territorio. L’assistenza sanitaria deve partire da un potenziamento dei distretti Sanitari soprattutto per quanto riguarda l’assistenza domiciliare e deve essere coniugata con una rete integrata dei servizi socio-sanitari territoriali per le persone anziane. Occorre far in modo che l’ospedale diventi centro di attività specialistiche e che all’atto in cui un malato viene dimesso, venga attivato contemporaneamente un sistema di presa in carico da parte delle strutture sociali degli Ambiti per le cure riabilitative e con assistenza domiciliari per le lungo degenze. Solo così si creano i presupposti per un invecchiamento attivo.
Secondo lei ci dovrebbe essere una compartecipazione fra ASL e Ambiti territoriali in materia di assistenza
Certamente – afferma il Segretario Generale dei Pensionati Raffaele Tangredi – come già manifestato dalla CISL nella audizione alla Commissione Parlamentare Igiene e Sanità, ritengo importante che tale riorganizzazione debba essere focalizzata innanzitutto sul Distretto socio-sanitario ( quindi ASL e Ambito) in grado di organizzare i servizi in funzione delle persone e delle Comunità. In questa materia una particolare attenzione va rivolta al potenziamento dei Servizi ad alta integrazione sociosanitaria per: Anziani, non autosufficienti, salute mentale, dipendenze e Consultori familiari. La nostra provincia rischia grosso sia per la ottusità dei nostri Sindaci a non incidere sulle scelte fatte dalla ex Dirigente dell’ASL di Avellino sul piano delle nuove strutture sanitarie “ gli Ospedali di Comunità “ che saranno 4 (Avellino, Monteforte Irpino, Moschiano e Vallata ) e sulle Case di Comunità che saranno 10 una ogni 40 mila abitanti, mentre Benevento avrà 11 Case di Comunità una per ogni 27mila abitanti avendo l’ASL inciso maggiormente sul Piano Regionale. Resta fuori ad Avellino tutta la Valle Caudina senza Ospedale né strutture adeguate, come una Casa di Comunità, ed il cui Ambito Territoriale A04 è completamente assente e fermo dal 2018. In questo contesto la CISL unitamente alla FNP sono impegnate, in campo nazionale a far approvare ormai da un nuovo parlamento una Legge quadro per la NON AUTOSUFFICIENZA che individui i Livelli Essenziali delle prestazioni, pienamente integrati con i LEA sanitari ed adeguatamente finanziati, da garantire una assistenza socio-sanitaria uniforme su tutto il territorio nazionale. Ma le forze politiche che andranno in Parlamento su questi temi hanno calato un silenzio assoluto.