Avellino, sabato 27 e domenica 28 dicembre al Teatro Gesualdo arriva “La sciantosa” Serena Autieri
E’ una delle attrici più ecclettiche del panorama italiano. E’ capace di spaziare dal musical alla fiction televisiva, dalla commedia all’Italiana ai ruoli più impegnati per il grande schermo. Ha prestato la sua inconfondibile voce ad Elsa, la regina delle nevi nel musical d’animazione Frozen premiato all’ultima Notte degli Oscar.
Sull’onda dello straordinario successo con cui è stata accolta da critica e pubblico nelle prime tappe italiane, sabato 27 alle ore 21 e in replica domenica 28 alle ore 18.30, al Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino, arriva Serena Autieri e porta in scena “La Sciantosa – ho scelto un nome eccentrico”, un “One Woman Show” scritto da Vincenzo Incenzo e diretto da Gino Landi.
“La sciantosa – ho scelto un nome eccentrico” è il secondo appuntamento della rassegna “ReD – Risate e divertimento” organizzata dal Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino in collaborazione con il Teatro Pubblico Campano diretto da Alfredo Balsamo.
Serena Autieri rileggerà in chiave nuova ed attuale il cafè chantant attraverso un lavoro di ricerca e rivalutazione del repertorio dei primi del ‘900, portando sul palcoscenico del “Gesualdo” brani più conosciuti e coinvolgenti come a “‘A tazz’ e cafè” e “Come facette mammeta” fino a perle nascoste come “Serenata napulitana” e “Chiove”, oggi ascoltabili solo con il grammofono a tromba.
Tra una rima recitata e una lacrima “La Sciantosa” restituirà al pubblico avellinese quelle radici poetiche e melodiche ottocentesche e quei profumi arabi, saraceni e americani che Napoli ha ruminato e restituito al mondo nella sua inconfondibile cifra.
«Ho voluto fortemente mantenere il clima provocatorio e sensuale di quei Cafè – spiega Serena Autieri – Ricreare in teatro quel rapporto senza rete con il pubblico, improvvisando, battibeccando, fino a coinvolgerlo spudoratamente nella ‘mossa’, asso nella manica di tutte le sciantose».
Incontrare la sciantosa e il suo “nome eccentrico” vuole dire aprire un baule magico con un immenso tesoro dentro. Vuole dire tuffarsi anima e corpo nell’oceano della tradizione classica e allo stesso tempo abbracciare le radici della modernità.
Serena Autieri entra a schiaffo, con i panni di Pulcinella nei luoghi e nei codici del Cafè concerto e del varietà, ed è subito Napoli, arte di arrangiarsi, gioia e disperazione, mare romantico e vulcano incandescente. E’ guerra, colera, miseria ma è anche resurrezione, sorriso, amore.
Poi via la maschera e d’incanto Napoli è femmina. Una “mossa”, una rima recitata, una lacrima e l’omaggio alla prima grande protagonista di quel mondo, Elvira Donnarumma, “a capinera napoletana”, colei che sovvertì le regole dell’apparire; bassina, tarchiata, ma con una voce che toccava le corde dell’anima.
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