Avellino, sabato 29 novembre al Conservatorio Cimarosa i quintetti di Luigi Boccherini
Sabato 29 novembre alle 19,00 presso il Conservatorio Cimarosa sarà eseguito il concerto di Luigi Boccherini, integrale dei quintetti, per quartetto d’archi e chitarra, aperto al pubblico avellinese. Degli otto quintetti che sono giunti a noi di Boccherini, l’integrale dei primi quattro è stata eseguita ad ottobre 2013 durante la rassegna Autunno in Musica sempre in Conservatorio Cimarosa , mentre quest’anno viene proposta la seconda parte del concerto.
Già nello scorso appuntamento Lucio Matarazzo affermò presentando il concerto: “La possibilità di lavorare intorno a progetti come questo, pensati e realizzati per essere presentati al pubblico avellinese, con il preciso intento di costruire una simbiosi armonica tra il territorio e la produzione artistica del Conservatorio, nasce dalla visione ad ampio spettro sia territoriale che temporale del direttore Carmine Santaniello, che ha a cuore la sua città e l’Istituto per il quale si è sempre impegnato con passione. Ciò è di sprone, per tutti noi che esercitiamo in queste mura il piacere quotidiano di insegnare la musica, a pensare e realizzare occasioni di incontro con i cittadini, ma anche con i giovani che vivono di musica”.
Sul palco del Cimarosa vedremo Mario Dell’Angelo, e Antonio Salerno (violini); Simone Basso (viola); Silvano Fusco (violoncello); Stefano Magliaro, Adriano Walter Rullo, Michele Greci e Lucio Matarazzo (chitarre). I chitarristi di alterneranno unendosi ai quartetti d’archi per eseguire le quattro composizioni in programma.
Luigi Boccherini (Lucca 1743 – Madrid 1805). A Firenze fondò insieme con G. G. Cambini, P. Nardini e S. Manfredi il primo quartetto stabile di cui si abbia notizia. Si stabilì a Madrid ove diventò compositore di camera del principe delle Asturie. Compose una grandissima quantità di musica, ancora in parte sconosciuta. Quella di Boccherini rappresenta l’ultima grande espressione della musica per archi di scuola italiana e, al tempo stesso, una delle prime della musica classica da camera, specialmente per il progressivo contributo da lui dato all’assestamento del quartetto, per l’annuncio di quella tecnica pianistica che il Clementi condurrà a maturazione; per l’influsso esercitato dal suo Concerto per violino sulla consimile produzione mozartiana; per il risolversi – in alcuni degli ultimi quartetti – dello stile quartettistico “di conversazione” in quello stile di “meditazione” che Beethoven inaugurerà con l’op. 59. La scelta della chitarra in Boccherini è un omaggio al committente della raccolta, un eccellente chitarrista dilettante madrileno e ammiratore sincero di Boccherini che ospitava nel suo palazzo addirittura un’orchestra stabile, oltre a musicisti e pittori (fra i quali spicca il nome di Goya, intimo amico di Boccherini. L’impiego della chitarra trova, del resto, un’altra giustificazione nell’interesse nutrito dal compositore per il folclore del paese di cui è ospite da lungo tempo. La trascrizione dei quintetti e l’aggiunta della chitarra risalgono agli ultimi anni di vita di Boccherini, quando il maestro torna sulla propria musica per rielaborare alcune tra le opere più amate; attinge allora alla sua vastissima produzione cameristica, ma rivela un’originalità assoluta e una piena autonomia.