Avellino – Taranto 0 – 0, gioco stucchevole ed improduttivo dei Lupi, e Pazienza ci ha messo molto del suo
Avellino – Taranto 0 – 0
Avellino: Ghidotti, Cancellotti, Rigione, Cionek, Ricciardi (dall’85’ Sannipoli), Armellino, Palmiero (dall’81’ Dall’Oglio), D’Angelo (dal 71′ Casarini), Tito (dall’81’ Falbo), Patierno (dall’85’ Marconi), Gori. A disposizione: Pane, Pizzella, Benedetti, Maisto, Pezzella, Fusco, Nosegbe-Susko. All.: Pazienza.
Taranto: Vannucchi, Riggio, Antonini, Luciani, Panico (dal 46′ Mastromonaco), Romano, Calvano, Fiorani (dal 57′ Zonta), Ferrara, Cianci (dal 68′ Fabbro), Kanoute (dall’85’ Bifulco). A disposizione: Loliva, Costantino, Samele, Enrici, Kondaj, Papaserio, Capone, Orlando. All.: Capuano.
Arbitro: De Angeli di Milano.
Altro scialbo pareggio interno reti inviolate, rimediato dai Lupi al cospetto di un volenteroso ma modesto Taranto, che, dal canto suo, non ha per niente dimostrato di valere i punti che ha in classifica. E’ stata, praticamente, una gara senza alcun tipo di spettacolo, dal valore tecnico assai modesto. Ed il classico risultato ad occhiali è diretta conseguenza della pochezza, almeno in termini di costruzione di gioco e di occasioni, da ambo i lati.
Ma se per l’ex tecnico biancoverde Eziolino Capuano questo pareggio era l’obiettivo della vigilia, di certo non può dirsi la stessa cosa per Pazienza, che ci ha messo molto del suo in questo in miserrimo pari interno, che fa seguito ad analogo risultato dell’ultima gara casalinga dei Lupi, disputata contro la Turris.
Ma se lo zero a zero di quindici giorni orsono suonò come un’autentica beffa per Armellino e compagni, che anche per mera sfortuna non riuscirono a sfondare il muro dei Corallini, questa sera l’Avellino ha davvero toccato il fondo, in termini di costruzione di manovra offensiva e di capacità penetrativa. Poche le idee e per giunta confuse in mezzo al campo per i Biancoverdi, che si sono dimostrati incapaci di mettere sotto un Taranto, tutto contratto dietro la linea della palla, a difesa della propria trequarti.
Mister Pazienza ha brillato per la sua “latitanza” sulla panchina, della quale non sono giunti in campo indicazioni illuminanti per i calciatori irpini. La squadra biancoverde ha giocato più per forza di inerzia che per capacità propulsiva. Con il tecnico foggiano incapace di modificare il corso della gara, senza neppure sentire il bisogno di un cambio di sistema, che pure poteva starci in match bloccato come quello di questa sera.
Invece, niente, Pazienza è andato avanti con deleteria pervicacia in questo insulso 3-5-2, anche quando il Taranto ha praticamente aveva rinunciato ad attaccare.
Al termine di questa partita, abbiamo avuto netta la sensazione che Pazienza stia portando quest’Avellino verso una fase di pericolosa involuzione, se è vero, come è vero che, al netto della positivissima vittoria di Benevento, questa squadra, non solo non riesce a fare gol, ma addirittura non è in grado neppure di creare occasioni pericolose.
In vista del girone di ritorno, la società dovrà assolutamente correre ai ripari per cercare miracolosi correttivi, altrimenti anche questa stagione potrebbe andare in archivio sotto il segno dell’amara disillusione.