Avellino – Verona 2 – 0, vittoria inceccepibile dei Lupi che ridimensionano gli Scaligeri
Avellino-Verona 2 – 0
Avellino: Radunovic, Laverone, Jidayi, Djimsiti, Perrotta, Lasik, Paghera, Moretti (dal 22′ st Omeonga), D’Angelo (dal 1′ st Belloni), Verde (dal 38′ st Solerio), Ardemagni. Adisposizione: Lezzerini, Eusepi, Castaldo, Soumarè, Bidaoui, Camarà. All.: Novellino.
Verona: Nicolas, Pisano, Caracciolo (dal 31′ st Cappelluzzo), Bianchetti, Souprayen, Romulo (dal 31′ pt Siligardi), Fossati (dal 18′ st Zuculini F.), Bessa, Zaccagni, Gomez, Luppi. Adisposizione: Coppola, Boldor, Troianiello, Fares, Ferrari A., Zuculini B. All.: Pecchia.
Arbitro: Serra di Torino. Assistenti: Cangiano di Napoli e Robilotta di Sala Consilina. Quarto uomo: Strippoli.
Marcatori: 5′ st rig. Paghera, 15′ st Verde.
Ammoniti:Djimsiti, Caracciolo (V), Jidayi, Bianchetti (V) . Angoli: 2-4. Rec.: 3′ pt; 3′ st.
Con un secco due a zero i Lupi di mister Novellino battono il Verona (ex) capolista e si portano in una zona di classifica più tranquilla.
E’ stato un Avellino positivo, che praticamente non ha sbagliato nulla al cospetto di una squadra scaligera apparsa forse troppo fumosa e pochissimo concreta. La compagine di Monzon, ad inizio gara, ha controllato il match, soprattutto quando dall’altro lato c’era pure Romulo (forse tecnicamente il migliore dei veronesi), lasciando agli avversari il pallino del gioco, ma con l’accortezza e l’attenzione dovute, soprattutto quando si hanno di fronte calciatori che la sanno lunga sul piano del palleggio e della proposizione. Era la gara che tatticamente il mister di Montemarano aveva preparato per l’Avellino: ottima e concreta in fase di non possesso, e poi, recupero palla e ripartenza veloce per sorprendere i rivali.
Il primo tempo è andato via, appunto, secondo il copione previsto dal tecnico irpino, molto più navigato del saccente Pecchia: Verona che tentava di proporre gioco e creare occasioni da rete, soprattutto con i suoi centrocampisti e trequartisti, bravi a giocare tra le linee e ad inserirsi improvvisamente. Per una ventina di minuti gli Scaligeri fanno la partita, ma riescono a combinare davvero poco sotto la porta irpina, senza creare grattacapi particolari a Radunovic, che ha un solo brivido lungo la schiena, quando al 23′ Bessa mette un ottimo pallone al centro per Gomez che colpisce di testa ma la sfera si perde di un niente a lato. Poi, specie dopo l’uscita dal campo per un infortunio al capo di Romulo, il Verona, pur cercando di insistere sulla trequarti avellinese, non riesce a cavare un ragno dal buco. Nell’ultimo quarto d’ora della prima frazione, l’Avellino prende coraggio e comincia a rovesciarsi con maggiore frequenza nella metà campo scaligera. La prima metà del match va in archivio con l’impressione che la seconda parte del confronto possa essere favorevole ai Lupi.
Infatti, sin dall’inizio della ripresa (anche in ragione dell’innesto di Belloni al posto dell’infortunato D’Angelo), l’Avellino appare più convinto ed incisivo, ed i frutti non tardano ad arrivare: corre il quarto minuto della ripresa quando Ardemagni, raccogliendo un cross dalla sinistra, tutto solo davanti a Nicolas, viene trattenuto per la maglia da Antonio Caracciolo: è calcio di rigore per i Lupi (anche se Serra di Torino si limita ad ammonire soltanto il difensore scaligero, graziando la squadra di Pecchia, che avrebbe meritato, regolamento alla mano, anche di finire in inferiorità numerica). Sul dischetto ci va, tra la sorpresa generale, Paghera. L’ex Lanciano è di ghiaccio nell’esecuzione e non fallisce la ghiotta opportunità: portiere a destra e pallone nell’angolino a sinistro. Il vantaggio dei Lupi è quanto mai legittimo ed anche meritato.
La partita cambia notevolmente volto tattico: il Verona riprende a spingere, anche se lo fa in maniera disordinata, e l’Avellino è pronto a controllare e a ripartire con velocità, potendo contare sulle “frecce” Belloni a sinistra e Verde a centro-destra. Ed è proprio un’incursione del peperino di Fuorigrotta, dieci minuti dopo il primo vantaggio biancoverde, che chiude la gara: Verde si accentra dalla destra e, dopo aver superato un paio di avversari, fa partire un tiro velenoso ma centrale: il portiere scaligero interviene in tuffo sulla palla, ma la stessa gli passa sotto il ventre e finisce in rete. E’ tripudio generale sugli spalti, con i tifosi biancoverdi impazziti di gioia.
Manca ancora mezzora alla fine del match, ma la sensazione è netta: la partita può perderla solo l’Avellino. Ma la squadra di Novellino è maturata assai in queste settimane di gestione del montemaranese, e si mostra squadra solida e assai pragmatica. Così per i Veneti c’è ben poco da fare. Anzi la squadra di Pecchia deve ringraziare Belloni, se l’Avellino non dilaga a dieci minuti dal 90′: il piccolo trequartista mancino scatta sul filo del fuorigioco, ha solo il portiere davanti a lui e Ardemagni che lo ha seguito alla sua destra. Il ragazzo scuola Inter pensa prima al tiro e poi scarica per il compagno che è tutto solo a cinque metri con la porta spalancata, ma la palla è clamorosamente lunga e così sfuma incredibilmente il tris per i Lupi. Negli ultimi minuti di gara soltanto un isolato sussulto per i veronesi con un gran tiro di Zaccagni che Radunovic mette prodigiosamente oltre la traversa.
Il triplice fischio di Serra sancisce una vittoria dei Lupi sicuramente ineccepibile, che ridimensiona un Verona apparso più “piccolo” al cospetto di un Avellino certamente più “grande” di quanto non dica la sua classifica; la quale ora è finalmente meno precaria rispetto a qualche settimana fa.
Foto: LaPresse