Avellino – Virtus Francavilla 0 – 1, seconda sconfitta consecutiva in casa dei Lupi: tanta confusione e scarsa concretezza
Avellino – Virtus Francavilla 0 – 1
Avellino: Tonti, Celjak (dall’85′ De Marco), Illanes, Zullo (dal 46′ Charpentier), Laezza, Parisi, Micovschi, Rossetti (dal 46′ Silvestri), Di Paolantonio, Alfageme (dal 59′ Carbonelli), Albadoro. A disposizione: Pizzella, Abibi, Morero, Njie, Falco, Evangelista, Petrucci. All.: Ignoffo.
Virtus Francavilla: Poluzzi, Calcagno (dal 71′ Delvino), Tiritiello, Caporale, Albertini, Gigliotti, Marino (dal 63′ Zenuni), Mastropietro, Nunzella, Perez (dall’82′ Sparandeo), Vazquez. A disposizione: Sottoriva, Costa, Carella, Puntoriere, Marozzi, Miccoli. All.: Trocini.
Arbitro: Feliciani di Teramo. Assistenti: Rinaldi e Yoshikawa di Roma.
Marcatore: al 39′ Perez.
Espulso: all’82′ Tiritiello (VF). Ammoniti: Parisi, Gigliotti (VF), Nunzella (VF), Silvestri, Poluzzi (VF). Angoli: 9-3. Rec.: 1′ pt; 5′ st.
Seconda sconfitta casalinga consecutiva per un Avellino confusionario e scarsamente concreto. Mister Ignoffo ha proposto alcune novità: fuori i due responsabili della debacle con il Bisceglie (Abibi e Morero), e dentro due attaccanti Albadoro ed Alfageme, con Charpentier inizialmente in panchina. Tendenzialmente non è cambiato tanto rispetto all’assetto tattico iniziale opzionato dal tecnico biancoverde contro i Nerazzurri, ma la cosa che rende perplessi i tifosi avellinesi è il fatto che non è cambiato per niente il ritmo e l’atteggiamento mentale dei ragazzi di Ignoffo, soprattutto quando sono stati chiamati a proporre gioco.
La Virtus Francavilla, decisamente superiore sul piano complessivo ai cugini pugliesi del Bisceglie, ha saputo imbrigliare le fonti del gioco avellinesi, e soprattutto ha mostrato grande concretezza e dinamismo nella zona nevralgica del campo, anche in ragione di un maggior numero di uomini, chiamati da Trocini ad agire nella seconda linea.La superiorità tattica e tecnica nella zona centrale del campo (anche in ragione della scarsissima vena di Rossetti, apparso l’ombra del bel centrocampista ammirato nelle prime partite) ha consentito ai Pugliesi di indirizzare la gara secondo quelli che erano i loro disegni pre gara.
Gli ospiti nella prima frazione di gara hanno comandato il gioco, senza trovare una solida opposizione nei Lupi, che, viceversa, quando riconquistavano palla mostravano di non avere idee molto chiare, anche perchè Di Paolantonio, non trovando la necessaria collaborazione in Rossetti, era costretto a dover cantare e portare la croce, con grande vantaggio degli avversari che hanno avuto l tempo ed il modo di imbrigliare l’uomo più importante nello scacchiere di Ignoffo. E se a questo deficit di impostazione del gioco in casa biancoverde, ci aggiungiamo la staticità e l’improduttività di Albadoro, l’impalpabilità e l’indolenza di Alfageme, ci rendiamo conto come il disegno tecnico-tattico degli ospiti sia stato assai agevolato.
Il gol preso su calcio d’angolo per una spizzata di Perez, sul finire del primo tempo, è stato come una sorta di sentenza, quasi inappellabile, per i Lupi, che non hanno avuto la capacità e soprattutto la lucidità per risalire la china, sia nel gioco che, soprattutto nella costruzione di azioni pericolose. Ignoffo ha cercato, ad inizio ripresa, di ridisegnare, in chiave offensiva il suo Avellino, mettendo dentro Silvestri per Rossetti e soprattutto Charpentier per Zullo, passando ad ardito 4-2-4, che, però, ha determinato ulteriore confusione sulla trequarti offensiva biancoverde.
L’espulsione di un calciatore brindisino, sul finire del match, invece di agevolare l’arrembante offensiva avellinese, ha finito per compattare ulteriormente gli ospiti, che sono arrivati al 95′ senza danni particolari, portandosi in Puglia tre punti d’oro.