Avellino, XL Laceno d’Oro, oggi e domani “Gli occhi sulla città”, 18 cortometraggi in concorso al Carcere Borbonico

Dopo le anteprime proiettate presso il Godot Art Bistrot di via Mazas, questa volta sarà la splendida location del complesso monumentale dell’ex Carcere borbonico ad ospitare, oggi e domani, i 18 cortometraggi in concorso e le due opere fuori concorso selezionate per il contest “Gli occhi sulla città”.

Il Laceno d’oro, nella sua tradizionale – e in qualche modo utopistica – denominazione di “Festival del cinema neorealistico”, ha sin da subito immaginato che il suo terreno d’interesse principale dovesse essere la realtà e la sua osservazione, la possibilità di catturare e accogliere le sperimentazioni, le innovazioni, gli sguardi obliqui e originali. Quelle che potrebbero essere definite le “nuove forme di realismo”.

E così, ancora una volta, la riflessione sugli scenari urbani e i nuovi contesti di “condivisione e conflitto” si pongono al centro del Festival Laceno d’Oro, con la seconda edizione del contest per cortometraggi “Gli occhi sulla città”, un concorso aperto a film di ogni genere e nazionalità che abbiano la capacità di riflettere e di ripensare gli spazi urbani e magari di farsi influenzare da essi, ipotizzando modi di produzione e fruizione strettamente legati agli ambienti.

Opere che sappiano raccontare aspetti delle città del passato e del presente, o addirittura immaginare prospettive possibili e impossibili di una città del futuro. Opere che si pongano in dialogo con l’architettura, la politica, l’urbanistica o che “semplicemente” vedano nella città un “personaggio delle storie” che vogliono raccontare.

Si partirà domani, 28 settembre alle 19:00, presso il Cinema Panopticon dell’ex Carcere borbonico con la proiezione dei primi 9 cortometraggi in concorso:

1) ALIASGHAR BEHBOODI – Yek Rob (Un quarto) – 6’53”
2) LISA BENCIVENNI – I’m Here (Urban Being) – 6’54”
3) VINCENZO CAPALDO – Domina – 13’56”
4) ALESSANDRO CAPITANI – Bellissima – 11’41”
5) CORRADO CHIATTI, CHIARA FAGGIONATO, DANIELE TUCCI – Ardeidae – 13’19”
6) ENZO CILLO – Slow – 6’35”
7) ANTONIO COLA – The Ballad of Ayako & Jessie – 12’13”
8) ANDREA FASCIANI – Francesca notte – 7’28”
9) LUCA FERRI & GIULIA VALLICELLI – Ridotto Mattioni – 10’32”
10)ANTONIO SINISCALCHI – Uomini senza (FUORI CONCORSO) 9’21”

Prima dell’inizio del contest “Gli occhi sulla città”, il Festival ospiterà alle 18:00, sempre nella cornice dell’ex Carcere borbonico di via Dalmazia, “”Va’ pensiero – Storie ambulanti”, opera di Dagmawi Yimer inserita nella sezione “Nuove visioni”. Al termine del mediometraggio uscito nel 2013, il pubblico potrà intrattenersi con l’autore.

SCHEDA FILM – VA’ PENSIERO. STORIE AMBULANTI

Regia: Dagmawi Yimer
Durata: 56’
Origine: Italia, 2013
Soggetto e sceneggiatura: Dagmawi Yimer
Interpreti: Mohamed Ba, Mor Sougou, Cheikh Mbengue
Musica: Veronica Marchi, Nicola Alesini, Madya Diebate, Alvaro Lanciai
Fotografia: Dagmawi Yimer
Montaggio: Lizabeth Gelber
Produzione: AMM – Archivio delle memorie migranti, Cineteca del Comune di Bologna, Premio Mutti-AMM

Cosa lega le storie di Samb Modou, Diop Mor e Mohameds Ba? A prima vista sembra facile: sono immigrati africani che lavorano in Italia. Anche se i primi due risiedono a Firenze e il terzo a Milano. Tutti e tre senegalesi, sono ai nostri occhi solo alcuni dei tanti che attraversano le piazze monumentali della nostra bella Italia, scelti a caso, così, anche da chi ha cercato di ucciderli per il semplice fatto di non essere bianchi, italiani, integrati. In Va’ pensiero l’omonima aria verdiana si fa metafora della situazione degli immigrati, dei pregiudizi, dei sospetti, o anche dell’indifferenza e dell’ostilità che li circonda, e nello stesso tempo paradigma dolente di un paese che ha perso l’entusiasmo, la voglia di riscatto. Chi ci restituisce uno sguardo profondamente italiano è nato e cresciuto ad Addis Abeba, ha attraversato il deserto libico ed è sbarcato a Lampedusa. Prima di studiare cinema a Roma e partecipare a documentari che illuminano i migranti, staccandoli dall’unidimensionalità del mero dato numerico (e del portato inevitabilmente problematico). Dagmawi Yimer continua a raccontare il Bel paese nei suoi rapporti con l’Altro, rinarrando la storia del griot e mediatore culturale Mohamed (accoltellato a Milano nel 2009 e già oggetto del doc collettivo Benvenuti in Italia, 2012) e seguendo Samb e Diop nella loro riabilitazione, scampati ai colpi mortali di piazza Dalmazia a Firenze nel dicembre 2011. Il linguaggio cinematografico si fa consapevole strumento di narrazione ed analisi da parte di chi continua ad essere oggetto di facili categorie omologanti..

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