Banks e Gaines: l’up e down di una Scandone rinata nell’intervallo del match di Pesaro

La Vittoria di Pesaro è arrivata come una grande boccata d’ossigeno per un ammalato (la Scandone) che rischiava di morire per asfissia. Fino al suono della seconda sirena sul parquet marchigiano, le cinque sconfitte consecutive dei Lupi stavano  lasciando scorie velenose che minacciavano di coma irreversibile la squadra di Frank Vitucci. Poi, miracoli di uno sport avvincente e bellissimo come il basket, o più semplicemente, una misteriosa “catarsi” collettiva nel chiuso dello spogliatoio durante i canonici 15 minuti di intervallo tra la seconda e la terza frazione di gioco, hanno riproposto sui legni pesaresi una squadra biancoverde “nuova di zecca”, completamente trasformata soprattutto sul piano caratteriale. Dal 21esimo minuto  Banks e compagni hanno deciso di giocare una nuova partita, fatta di decisione e grande autostima, e per Pesaro è arrivata la notte fonda. In dicei minuti una forbice di punti a favore dei biancoverdi addirittura inimmaginabile: +24 a proprio favore, con parziale di 31-7 incredibile. In pratica con il punteggio di 43-59 del terzo quarto, la partita era già terminata. Merito enorme di questa “remuntada” fuori dal comune è da attribuire ad Adrian Banks che con i suoi 27 punti finali ha anche sfiorato di un solo punto il suo record personale. Diametralmente opposta la prestazione del play Gaines. L’ex cestista NBA ha nuovamente deluso, risultando una sorta di pesce fuor d’acqua: zero punti messi a referto ed una partita quasi irritante e deleteria per il gioco dei biancoverdi. Ora il problema del playmaking in casa Scandone diventa molto serio. Molto probabile che la dirigenza della Sidigas cominci a guardarsi un pò intorno per trovare un’alternativa a Gaines, che sembra stia imboccando una strada tecnica senza vie d’uscita.

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