Bari – Avellino 4 – 1, la difesa colabrodo dei Lupi trasforma la sconfitta in umiliazione

Bari – Avellino 4 – 1

Bari: Frattali, Celiento (dal 70′ Corsinelli), Ciofani, Di Cesare (dal 46′ Perrotta), Semenzato, Lollo, Maita (dal 62′ Bianco), D’Orazio, Marras (dal 56′ Candellone), Antenucci (dal 56′ Simeri), D’Ursi. A disposizione: Liso, Marfella, Hamlili, Andreoni. All.: Auteri.

Avellino: Forte, Ciancio, Dossena, Miceli, L. Silvestri; Adamo (dal 57′ M. Silvestri), Aloi (dal 75′ Rizzo), D’Angelo (dal 57′ Bruzzo), Tito, Santaniello (dal 61′ Bernardotto), Fella (dal 61′ Maniero). A disposizione: Pane, Pizzella, Leoni, Errico, Rocchi, Burgio, Nikolic. All.: Braglia.

Arbitro: Ricci di Firenze. Assistenti: Buonocore – Pragliola. Q. u.: Longo. 

Marcatori: al 14′ Marras (B), al 16′ Celiento (B), al 26′ Antenucci (B,rig.), al 41′ Antenucci (B), al 92′ Bernardotto.

Ammoniti: Aloi, Ciancio, Fella, Ciofani (B), Lollo (B). Angoli: 4-2. Rec.: 1′ pt; 4′ st.

Bruttissima caduta dei Lupi in casa del Bari. Nella gara più importante di questo scorcio di campionato, l’Avellino si dissolve al cospetto di una squadra biancorossa forte, matura e cinica. La retroguardia biancoverde si è esposta ad una figuraccia incredibile, trasformando una sconfitta (che, giocando al San Nicola, può anche rientrare nell’alveo delle previsioni) in una umiliazione.

L’undici di Braglia, ridisegnato nel solco della formazione che quattro giorni prima aveva travolto il Monopoli, si è presentato a Bari con l’intento di giocare a viso aperto contro la squadra di Auteri, che appena una settimana fa aveva registrato una battuta d’arresto casalinga con la Vibonese.

E, a guardare dall’alto della tribuna stampa del San Nicola, i primi tredici minuti degli Irpini avevano fatto pensare ad un Avellino tosto, pungente, addirittura insidioso. In un paio di occasioni, in special modo con un colpo di testa di D’Angelo, la squadra biancoverde va anche vicina al gol.

Ma è tutto un fuoco di paglia, forse anche preventivato dal Bari, che, per scelta tattica, concede ai Lupi di fare la partita, per avere tempo e spazio per le mortifere ripartenze di cui è capace. Infatti, al primo disimpegno errato in fase di uscita nella propria trequarti, l’Avellino porge su un piatto d’argento il vantaggio ai Galletti: passaggio corto di Dossena ad Aloi, che viene fermato (irregolarmente?) da Lollo che prende palla e libera Marras, che supera il rientrante Forte in uscita disperata.

Passano appena due minuti ed i Lupi vanno in bambola, con Luigi Silvestri che, in anticipo su un avversario, cerca di rinviare ma si ostacola con Miceli, con il risultato di intervenire debolmente con la testa per un retropassaggio a Forte; ma la palla è corta, Celiento che era in agguato, anticipa tutti e mette dentro la porta dell’Avellino.

ll doppio vantaggio rassicura il Bari e manda completamente in tilt i Lupi, che al 25′ subisce il terzo gol dei Galletti, in seguito ad un calcio di rigore, concesso dall’arbitro per un atterramento di Marrasi in area a seguito di un intervento scomposto, in uscita disperata, di Forte. Il penalty viene trasformato impeccabilmente da Antenucci. L’ex attaccante della Spal fa addirittura poker al 41′: sbuca alle spalle dei pachidermi Miceli e Dossena, anticipa Forte in uscita e deposita nel sacco biancoverde.

Il primo tempo si chiude con un’autentica umiliazione per i Lupi, che si sono fatti “giocare” come dei pivellini dai maturi e cinici biancorossi baresi, che non avrebbero mai immaginato di rifilare una quaterna all’Avellino dopo neppure metà gara.

La seconda frazione di gara, ovviamente, viene giocata dal Bari con l’assoluta tranquillità di chi ha già in tasca la vittoria. Ciononostante, ad inizio ripresa, la difesa biancoverde trova il tempo ed il modo per “proporre” anche il quinto gol ai propri avversari, ma è la traversa ad opporsi alla nuova marcatura biancorossa.

Mister Braglia getta nella mischia Maniero e Bernardotto, escludendo dal match i deludenti Fella e Santaniello. A proposito di quest’ultimo, non abbiamo davvero capito come mai il tecnico toscano lo abbia preferito, ad inizio match, al pimpante e prorompente Bernardotto, che, in un campo dagli spazi immensi come quello del San Nicola, avrebbe potuto sprigionare tutta la sua notevole potenza e progressione. Cosa, che puntualmente la punta romana riesce a fare, ancorchè al cospetto di un Bari che, pago del poker rifilato, ormai aveva deposto le armi.

In pieno recupero è proprio Bernardotto a rendere in qualche modo meno vergognosa la sconfitta dei Lupi, realizzando il classico gol della bandiera, togliendosi anche lo “sfizio” di interrompere la mini “imbattibilità” di Frattali, che durava da cinque giornate.

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