Calato il sipario sul 66esimo Festival di Cannes – Palma d’oro a “La via d’Adele” del franco-tunisino Abdellatif Kekhiche

Anche su questo 66esimo Festival di Cannes cala il sipario, dopo tante emozionanti storie, proiezioni, tra applausi e fischi, critiche, ma anche lodi, i tanti appariscenti look ed abiti sfavillanti delle star, e il tanto acclamato e temuto red carpet.

Nell’ultima giornata da festival, dopo la proiezione di Zulu con Orlando Bloom, è avvenuta l’attesissima premiazione. Si è aggiudicata la Palma d’oro il super chiacchierato e trasgressivo “La via d’Adele” del franco-tunisino Abdellatif Kechiche, film che narra dell’amore tra la quindicenne Adele e l’artista dai capelli blu Emma. Eccezionalmente la Palma d’oro è stata consegnata anche alle due protagoniste, Adele Exarchopoulos e Lea Seydoux.

I fratelli Coen si sono aggiudicati il Grand Prix con la pellicola “Inside Llewyn Davis” ambientato nelle atmosfere di musica folk degli anni’60 negli Stati Uniti.

Il Premio per la miglior regia va a Amant Escalante per “Heli”, che narra del vortice di corruzione e violenza che trascina con sé una famiglia della città messicana di Guanajuato.

Il Premioper la migliore interpretazione maschile va a Bruce Dern, co-protagonista della commedia agrodolce “Nebraska”, la storia di un viaggio in bianco e nero attraverso cui un padre ed un figlio ricuciono i rapporti. Mentre, la migliore interpretazione femminile è assegnata a Beatrice Bejo per “The past” dell’iraniano Asghar Farhadi, vero e proprio puzzle in cui giocano un ruolo di primo piano rivelazioni, sensi di colpa, vendette e colpi di teatro.

Ben due i film orientali in competizione in questo festival, ed entrambi sono risultati vincitori. “A Touch of Sin” si aggiudica la migliora sceneggiatura, mentre “LikeFather, Like Son” il Premio della Giuria. Il primo firmato da Jia Zhang-Ke è un toccante dramma in capitoli sullo spaccato della violenza nella Cina contemporanea. “Like Father, Like Son” diretto da Hirokazu Kore-eda è, invece, il dramma di una famiglia, che si interoga sul ruolo del genitori.

L’unico film italiano in corsa alla Croisette, “La grande bellezza” firmato da Paolo Sorrentino, è stato scartato dalla giuria presieduta da Steven Spielberg.

Ma gli italiani non sono rimasti proprio a mani vuote, infatti Fabio Grassadonia e Antonio Piazza si sono aggiudicati il Premio della Settimana della Critica con la loro opera prima “Salvo”, storia ambientata a Palermo, tra killer e mafioso rivale e un’insospettata ed improvvisa storia d’amore. E il corto di Adriano Valerio “37/o 4S” ha ottenuto la menzione speciale per ilmigliore cortometraggio.

Giovanna Di Troia

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