Chianche, sulla questione dell’impianto di compostaggio intervengono Franco Fiordellisi (CGIL) e Antonio Giannattasio (Lega Ambiente)
Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino, e Antonio Giannattasio, componente della segreteria di Legambiente Campania, intervengono sulla questione dell’impianto di compostaggio di Chianche chiedendo maggiore sinergia tra amministrazioni, cittadini e associazioni.
«È fondamentale – dice Fiordellisi – che con responsabilità tutte le realtà sociali ed economiche territoriali si impegnino e cooperino per la realizzazione di un ciclo industriale integrato, funzionale alla compiuta circolarità della materia. Pertanto come Cgil da sempre ribadiamo che per ristabilire un necessario clima di fiducia sono necessarie un’adeguata informazione, coinvolgimento e vera partecipazione attiva dei cittadini, affinché gli stessi si esprimano responsabilmente quando si tratta di intraprendere scelte impiantistiche in materia di rifiuti, rifuggendo la logica del “No” a prescindere».
«Quindi, fermo restando il rispetto dei criteri e degli indirizzi vigenti volti alla ottimale collocazione e definizione dell’impiantistica da realizzare, la previsione di efficaci modalità di controllo della funzionalità e corretta conduzione degli impianti in fase di esercizio è – e dovrà essere – elemento di trasparenza e quindi di garanzia imprescindibile in favore della comunità».
«Per tutte queste ragioni l’impianto di Chianche va fermato, coinvolgendo tutti individuare soluzioni vere ed ecocompatibili dal punto di vista industriale», conclude il segretario generale della Cgil irpina.
«A carico dei cittadini campani – informa Giannattasio – grava una sanzione giornaliera di 120mila euro inflitta dalla Corte di giustizia europea per l’insufficienza infrastrutturale e in particolare di impianti di trattamento dei rifiuti organici».
«Quindi è cosa buona la realizzazione d’impianti di compostaggio, auspicando sempre una responsabilizzazione delle amministrazioni locali affinché siano realizzati in modo da limitare al massimo possibile gli impatti sull’ambiente e sui cittadini, rispettando criteri ed indirizzi vigenti volti alla ottimale collocazione e definizione dell’impiantistica».
«Nel caso di Chianche constatiamo la mancata attività relazionale, partecipata, di sinergia e coordinamento tra amministrazione, cittadini, associazioni, realtà produttive territoriali, in particolare agricole, necessaria, a nostro avviso, per l’individuazione del sito e la decisione per la successiva realizzazione», conclude Giannattasio.