Felice D’Aliasi: “Campionato dei Lupi da incorniciare? Assolutamente no – Dopo la vittoria di Empoli perse piu’ posizioni in classifica che gare disputate”
Per l’Avellino il primo campionato di serie B dopo il fallimento della vecchia società, e la nascita nel 2009 dell’Avellino Calcio.12 (poi As) con Walter Taccone al timone, è finito in modo certamente positivo. Ma col rimpianto di aver sfiorato quei play-off che, a fine dicembre, sembravano possibili per i biancoverdi. Felice D’Aliasi è uno storico opinionista avellinese, spesso presente anche nella tramissioni televisive irpine del lunedì. Dalla sua penna è nato due anni fa “Avellino, un amore infinito”, un libro sulla storia biancoverde curato, peraltro, dal direttore del Giornale dell’Irpinia, il collega Rino Scioscia.
Ad Avellino si parla di campionato da incorniciare. Sei d’accordo?
“Assolutamente no, e ti spiego perchè. Innanzitutto, in questo campionato a 22 squadre, le formazioni che hanno fatto meno punti dell’Avellino sono soltanto nove. Quindi già questo ti fa intuire il senso della mia risposta. Ma volevo anche portarti un riferimento che arriva dalla vicina Spagna. L’Eibar, squadra di una cittadina basca di meno di 30mila abitanti, che approda per la prima volta nella Liga. Attenzione, stiamo parlando del campionato di seconda divisione più importante d’Europa, se si eccettua il campionato inglese. Ma il fatto miracoloso è che questa società è approdata in serie A con una spesa complessiva di circa 500mila euro, in quanto ha impiegato una rosa di 20 elementi, tutti provenienti da prestiti di club della massima serie, e tutti a costo zero, perchè remunerati dalle società di appartenenza. Ecco, questo per me è un esempio di campionato da incorniciare”.
E allora all’Avellino che voto daresti?
“Darei un 7, che non è altro che la media del girone di andata, 10, e del girone di ritorno, 4. Perché fare 37 punti alla fine del girone di andata, significa raggiungere un punteggio che solo poche squadre hanno toccato nella storia della serie B. Invece 4 nel girone di ritorno perché totalizzare solo 22 punti (proiezione finale 44) significa il più delle volte retrocessione diretta”.
Quindi ritieni che ci siano elementi per rammaricarsi per questo finale di campionato dei Lupi?
“Certamente. Non tanto per i 37 punti del girone di andata, che, per una squadra che punta alla salvezza, costituisce un punteggio parziale che si riesce a toccare solo una volta ogni 150 anni. Ma per il fatto che, espugnando Empoli nel mese di marzo, cioè appena poche decine di giorni fa, l’Avellino era ad un solo punto dalla serie A. I Lupi non solo non hanno fatto il sorpasso sui toscani, ma nelle restanti gare fino al temine del campionato sono stati capaci addirittura di perdere quasi più posizioni in classifica dello stesso numero di gare disputate. Da notare, inotre, che le sei partecipanti ai play-off hanno tutte perso con l’Avellino, tranne il Cesena, e che l’Empoli, promosso direttamente in A, è stato battuto dai Lupi all’andata e al ritorno”.
A tuo avviso che prospettive ci sono per la squadra biancoverde per il prossimo campionato?
“Io dico che bisogna prendere tutto il buono che è stato fatto fino alla trasferta di Empoli. Poi bisogna fare tesoro di tutti gli errori commessi successivamente, da parte di tutte le componenti. Auspico che queste componenti abbiano tra loro finalmente un chiarimento vero e non di facciata. Solo cosi possiamo sperare di ripartire alla grande per ritentare una nuova avventura il prossimo anno”.
Fonte: Stefano Sica (tuttomercatoweb.com)