Gesualdo, domenica 30 agosto si ripete la tradizionale rappresentazione del “Volo dell’Angelo”

Domenica 30 agosto, durante i festeggiamenti in onore di San Vincenzo Ferreri che si tengono l’ultima domenica di agosto di ogni anno, ci sara’ la rappresentazione del “Volo dell’Angelo”. Un Angelo, impersonato da un bambino, viene legato a una fune d’acciaio tesa fra la torre del Castello e il campanile della Chiesa del SS.Rosario. Spinto con l’ausilio di carrucole, l’angelo inizia il “volo” fino al centro della Piazza sottostante dove da un palco emerge un uomo vestito da “Diavolo”. L’angelo e il diavolo ingaggiano una cruenta disputa dialettica. Secondo lo schema tradizionale, l’Angelo si rivolge prima al Santo e poi al suo popolo: “O glorioso San Vincenzo Ferreri, io dall’alto vengo e ti saluto, …mi rallegro con te del grande onore che oggi ti rende questo popolo festante…” e poi agitando il suo dardo lancia la sfida al diavolo…“lode a te evviva per sempre a dispetto di Satana e di tutto l’inferno!”….
Il diavolo non si fa attendere, sbuca dal palco montato fra la folla e: … “di Satana? Di tutto l’Inferno? Quale esile fiato fa cenno al mio nome? Al mio Regno? …Tu! …Chi sei tu, o miserabile uccello dalle ali mozzate che pigolando vai su questa mia terra?” “Un angelo? Ahahahahah… un angelo! …Piccolo verme trasformato in uccello! …”
Lo scontro entra nel vivo, diventa cruento ed avvincente, il diavolo fa inutilmente vanto della sua potenza, che trova dimostrazione nell’egoismo e nella sete di ricchezza propri a tutto il genere umano. Poi Lucifero sparisce nelle viscere della terra, da dove era venuto, insieme alle maligne e potenti tentazioni che solo la fede in Dio e nel taumaturgo S.Vincenzo possono allontanare e l’Angelo, nel tripudio generale, continua il suo volo fino al Campanile. La festa di San Vincenzo Ferreri simboleggia la festa del raccolto, in un luogo prevalentemente agricolo, il rituale è un modo per ringraziare il santo della abbondanza dei raccolti. La festa è anche dei tanti emigranti, che in questo giorno, ritornano a Gesualdo a visitare case e parenti. Il pranzo di quel giorno è speciale, come nelle grandi occasioni. Vede riuniti parenti, magari non visti neanche a Natale, perchè lavorano e sono residenti fuori, ma che rientrano per l’occasione. A tarda sera, dopo la processione, ci sara’ la benedizione dell’Angelo che rientra al cielo: “…benedico le vostre case, le vostre campagne e i vostri parenti, che per motivo di lavoro sono lontani da Gesualdo…”, percorrendo a ritroso il tragitto della mattinata.

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