Giovanni Savignano ed il principe-musico: “Intrighi e misteri del principe Carlo Gesualdo”
Giovanni Savignano è nato a Gesualdo (Avellino) . Si è laureato in medicina a Bologna nel 1980, si è specializzato in radiologia nel 1984. Oggi e’ Medico Radiologo presso A.O.R.N. al San Giuseppe Moscati Avellino, nel tempo libero scrittore . Uno dei suoi libri lo ha dedicato al celebre madrigalista: “Intrighi, Carlo Gesualdo, tra musica, amore e morte”.
Lei svolge la sua attivita ‘ in ospedale e ha maturato la passione per la politica e quella di scrittore. Frutto certamente di una personalità poliedrica. Ci parli un po’ di questa sua fatica letteraria, certamente un po’ “ardita”, considerata la particolarità del suo protagonista.
“Carlo Gesualdo e’ un uomo che ha sofferto moltissimo; ha provato varie forme di dolore. Possiamo dire che la sorte gli e’ stata avversa. Per comprenderlo ho escogitato quasi una “diagnosi a distanza” dopo circa 400 anni. Il titolo del libro, comunque, stimola la curiosita’ su fatti accaduti secoli fa che hanno determinato cambiamenti sullo stato psicofisico del principe. E’ noto che, spesso, pregiudizi e luoghi comuni possono distorcere la verita’ sulle responsabilita’ relative a crimini commessi sia per interessi pseudo sentimentali che politico-economici”.
La scelta di scrivere un libro su Carlo Gesualdo, il principe-musico (Venosa, 8 marzo1566 – Gesualdo, 8 settembre1613), e’ frutto di una sua passione verso la storia in generale o per il fascino che suscita il suo “compaesano”?
“La letteratura e’ sostenuta anche dai medici. Probabilmente i medici ed i socio-sanitari in genere sono quasi costretti a riflettere sul valore dell’esistenza, essendo a contatto con persone malate. Anche in Codice Rosso viene descritta la problematica sul valore della vita e della morte, specie oggi che si parla di eutanasia. Per me lo studio su Carlo Gesualdo e’ stato quasi un capriccio letterario; tuttavia il musicista Carlo si presta perfettamente alla meditazione sulle azioni umane. Certo e’ stato difficile immedesimarsi in Carlo, ma era l’unico modo per poter capire le reazioni umane al dolore, alla sofferenza, alla ipocrisia degli uomini. L’introspezione e’ d’obbligo”.
A Gesualdo un personaggio storico di tale levatura non e’ stato mai a pieno valorizzato se non con sporadiche iniziative, mai organiche ma legate alla singola manifestazione. Lei avrebbe qualche idea in proposito?
“Si potrebbe fare tanto. Certo sorprende che, dopo tante iniziative negli ultimi 20 anni, ancora oggi molti non conoscano la storia del principe musico. Probabilmente occorre cambiare sistema e strategia di comunicazione. Ad esempio appare necessario coinvolgere le varie istituzioni scolastiche e le varie associazioni che di norma promuovono il territorio. Logicamente in sintonia con gli Enti pubblici e i Centri studi sul Gesualdo”.
Francesco Aufiero