Il coraggio di Rastelli: la svolta tecnico-tattica più efficace contro il Bari? Il contemporaneo utilizzo della qualità di Zito e Sbaffo

La perentoria vittoria sul Bari, che ha gettato ulteriore “benzina sul fuoco” degli entusiasmi dell’intero ambiente biancoverde ( per intero ambiente intendiamo non solo la tifoseria ma anche e soprattutto la squadra e la dirigenza avellinese), ormai proiettato, anima e corpo, verso un “magico traguardo” sempre più realizzabile, può avere molteplici chiavi di lettura, a seconda dei diversi punti di vista.
A nostro sommesso avviso, contro i Galletti baresi la prova del campo (il quale, essendo l’ultimo a parlare, è sempre quello che ha ragione!) ha restituito un motivo tecnico sul quale in molti potrebbero essere d’accordo: il coraggio di Massimo Rastelli, indubbiamente da annoverare quale ulteriore valore aggiunto della compagine biancoverde.

Un coraggio che si è estrinsecato in tre scelte nella formazione iniziale dell’Avellino. Scelte che il terreno di gioco ha definito vincenti:

1) Frattali, tra i pali, al posto dell’inamovibile (fino a sabato mattina!) Gomis;

2) Ely al posto di comando nel cuore della difesa: sull’insostituibile talento italo-brasiliano, che non poteva di certo essere al meglio in termini fisico-atletici, pendeva come una concreta minaccia la “spada di Damocle” di una possibile ricaduta nel corso della gara;

3) La contemporanea presenza nel centrocampo di due calciatori di grande qualità tecnica, che finora si erano soltanto alternati in una vera e propria staffetta: Zito e Sbaffo.
E’ stata proprio quest’ultima scelta (che, curiosamente, era stata anche prospettata in una domanda che proprio noi facemmo in sala stampa a Rastelli un paio di settimane fa) la piu’ coraggiosa, quella che ha pagato di più in termini di efficacia. Zito e Sbaffo insieme hanno innalzato di parecchio il livello qualitativo di un centrocampo che mostrava lacune vistose allorquando era chiamato a costruire gioco, per via della sua connotazione strutturale, in cui la faceva da padrone il valore fisico-atletico, a chiaro nocumento e limitazione dell’espressività tecnica e della fantasia.

Ma già nelle precedenti partite casalinghe, dopo la sciagurata gara con il Cittadella, soprattutto quella con il Frosinone, era “bastata” anche la sola presenza in campo di un centrocampista estroso e votato all’offensiva come Alessandro Sbaffo, calciatore dalla classe cristallina e dalla notevole versatilità e poliedricità. Con il “rivoluzionario” innesto (nel ruolo di interno sinistro, che meglio si addice all’ex Ternana) anche del redivivo Zito (che, in quanto a potenzialità tecniche, è un calciatore che in cadetteria fa la differenza) il reparto nevralgico biancoverde ha fatto un salto esponenziale a livello di produttività di gioco e di fantasia ed imprevedibilità. Non è un caso che al magico sinistro di Zito (con quella magistrale punizione) sia dovuto il vantaggio dei Lupi contro il Bari. E non è certamente un caso che i Galletti di Nicola siano stati messi in affanno ed in continuo pericolo dalle imprevedibili verticalizzazioni ed incursioni di Sbaffo.
Dopo la prova mirabile di tutti i ragazzi di Rastelli contro il Bari, l’interrogativo sorge spontaneo: il tecnico biancoverde riproporrà anche a Lanciano un rombo “di costruzione e fantasia” come quello decisamente vincente di sabato scorso?
Chi vivrà, vedrà. Intanto i tifosi biancoverdi si “stropicciano” gli occhi a vedere questo Avellino “rastelliano”, non solo pragmatico e cinico, ma anche bello ed imprevedibile.

 

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