Il macigno fiscale che ottenebra la ripresa economica

Lasciatecelo dire, questa volta il Presidente di Confindustria, Squinzi, ha davvero fatto centro!

Infatti, nell’ultimo suo intervento pubblico, a nostro avviso, ha individuato la madre di tutti i mali dell’economia italiana, ovvero”un fisco punitivo e di una intensità unica”. “Un fisco – ha precisato il Presidente – che colpisce imprese e lavoratori e scoraggia gli investimenti e la crescita”..

Mai definizione fu più azzeccata! Anche perché soltanto alcuni giorni fa avevamo affrontato l’argomento, proprio evidenziando come per i lavoratori autonomi la vita professionale (e non solo) sia diventata difficilissima (vedi articolo del 13/05 “l’agonia del lavoro autonomo” ).

Dunque, dopo la “scorpacciata” fiscale di montiana memoria (che, a detta di alcuni, avrebbe “salvato l’Italia”! ?) , qualcuno comincia finalmente a rendersi conto che di solo fisco si muore.

Orbene, nel rimandarvi alla lettura dell’articolo pubblicato sul nostro giornale il 13/05/2013, dove ci permettevamo di individuare sei punti basilari di intervento fiscale, vogliamo soltanto aggiungere qualche altra riflessione.

E’stato calcolato che le missioni dei militari all’estero ci costano più di un miliardo di Euro l’anno, buona parte dei quali spesi per mantenere strutture logistiche ed organizzative mastodontiche rispetto allo scopo, anche perché non dimentichiamo che a tali missioni partecipano attivamente numerosi Stati schierati, e non , con la NATO.

Dunque, dato che l’apporto logistico potrebbe essere comodamente spalmato su una comunità militare tanto ampia, il personale ed i mezzi italiani coinvolti potrebbero essere tranquillamente dimezzati.

Per non parlare, poi, dell’acquisto dei recenti caccia-intercettori F 35, il cui costo di acquisto (65 milioni di dollari l’uno) e manutenzione equivale al valore di due “pesanti” finanziarie.

Tali acquisti, infatti, appaiono tanto più inopportuni se si va a verificare la situazione tecnica dell’Aeronautica militare Italiana, dotata di caccia “F 16” acquistati solo alcuni anni fa e “Eurofighter Typhoon”, aerei europei costruiti in “joint venture” con alcune aziende italiane, ma che, per uno strano ed inspiegabile destino, non hanno avuto un rilevante impatto commerciale nemmeno in Europa.

Ebbene, con quello che si potrebbe risparmiare con il solo taglio minimo sulle spese militari pensate quanto potrebbe essere reinvestito nei nostri ospedali, manchevoli di personale e servizi. Per non parlare, poi, di quello che si potrebbe destinare alla ricostruzione del fatiscente sistema scolastico.

Ma, purtroppo, si sa che ”a giocare alla guerra”ci si diverte di piu’.

Alfredo Granata

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