Il parere del Prof. Carmine De Angelis sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti

Il finanziamento pubblico ai partiti cancellato, più spazio alle erogazioni dei privati, ovviamente tracciabili. E’ il senso dell’accordo (annunciato in un tweet dal Premier Letta) trovato dal Consiglio dei Ministri nelle linee guida da sintetizzare in un decreto legge che sarà al via già nei prossimi giorni.

 Chiediamo un parere al Prof. Carmine De Angelis, docente di Istituzioni di Diritto pubblico presso la Facolta’ Uniroma4, nonchè ex Consigliere alla Provincia di Avellino.

“L’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e’ la più grossa stupidaggine della nostra classe dirigente. Ormai siamo abituati a riforme indotte, non studiate o meditate; viviamo con il fiato della demagogia e l’impeto del populismo.

Abolire il finanziamento e trasferire tutto alla volontà dei privati significa realizzare, di fatto, un sistema lobbistico, modello americano, i cui guasti dalla sanità all’istruzione per passare al problema delle armi sono figli di una perversa spirale di finanziamento privato.

Invece di costruire un sistema più rigoroso di controllo delle spese, di riduzione dell’importo voto- quota ci avventuriamo in un modello che non esiste in nessuna parte dell’Europa democratica, dalla Germania alla Francia, dalla Spagna all’Inghilterra.

Rimango convinto che la riforma da fare e’ la seguente: tradurre i partiti in soggetti di diritto pubblico; ridurre  la quota rimborso-voto; agevolare la detraibilita’ delle donazione minimali (massimo 10 Mila euro) ai partiti; preventivare le spese pari al 30% del fatturato presentato e controllato dall’agenzia fiscale; ruolo preventivo di controllo della corte dei conti sui bilanci patrimoniali e finanziari dei partiti, tramite l’obbligatorietà del parere positivo per l’accredito del finanziamento statale.

Ma l’Italia ormai vive di apparenza, di qualche demagogo o nuovo Fonzie, perdendo il lume di un sano riformismo. E’ proprio vero le riforme italiane sono sempre controriforme in negativo!”

Francesco Aufiero

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