Il peccato originale di Perinetti e le attuali criticità tecnico-tattiche dell’Avellino
Il nuovo Avellino targato Perinetti-Condò-Rastelli ha già svolto alcune amichevoli in vista del campionato di Lega Pro che dovrebbe avere inizio tra poco meno di quattro settimane. Al netto della relativa, se non scarsa attendibilità delle partite non ufficiali disputate finora dai Biancoverdi (Dilettanti di Palena, Casalbordino, Chieti e Barletta), e tenuto conto del fatto che la rosa, di qui alla chiusura dl calcio mercato, può e deve essere ancora puntellata, si impongono alcune considerazioni (positive e negative) su quanto ha lasciato intravvedere sul campo questo Avellino.
L’arrivo in Irpinia di uno dei più esperti dirigenti del calcio italiano, Giorgio Perinetti, ha sicuramente ridato fiato ed entusiasmo ad una tifoseria biancoverde delusa ed amareggiata dal campionato scorso, uno dei peggiori tornei disputati in Lega Pro dalla compagine irpina.
Ma il navigato direttore generale romano, a nostro sommesso avviso, ha commesso l’errore di riconfermare sulla panchina biancoverde, Massimo Rastelli, che è stato capace, nella scorsa stagione, di perdere ben 10 delle ultime 12 partite di campionato, portando i Lupi a rischiare addirittura l’onta dei play out. Questo passo falso di Perinetti, rischia seriamente di trasformarsi nel suo peccato originale. E sì, perchè, dopo le prime amichevoli (disputate tra l’altro con sparring-partners dallo scarsissimo spessore tecnico), comincia ad insinuarsi in noi il timore che Rastelli possa costituire un vero e proprio disvalore per le pur notevoli potenzialità tecniche di questa nuova rosa dei Lupi.
Eppure, mai come quest’anno, grazie ai buoni movimenti della coppia Perinetti-Condò, quando mancano ancora quasi quattro settimane all’avvio del campionato, la squadra allestita ha acquisito già un potenziale tecnico di considerevole valore, che viene ancor più enfatizzato dall’apparente scarso peso specifico delle eventuali concorrenti nella lotta per i vertici della classifica del girone C. Gli arrivi in Irpinia di ragazzi come Cancellotti, Falbo, Palmiero, D’Amico, Varela, Patierno (per non parlare dell’annunciato arrivo, anche se manca l’ufficialità, di un top player come il difensore centrale Thiago Cionek) hanno sicuramente innalzato il valore tecnico complessivo dell’Avellino, almeno rispetto a quello dello scorso anno. .
Chiaramente, non tutto è stato ancora fatto, perchè, a nostro avviso, per ottimizzare questa rosa, che possa ambire ai primissimi posti della graduatoria del girone (tenuto conto del possibile valore tecnico di avversarie come Benevento, Catania, Crotone, Cerignola, Picerno e qualche immancabile sorpresa), mancano ancora quattro calciatori di categoria superiore: un centrale difensivo, due centrocampisti ed un attaccante particolarmente prolifico.
Del resto, per stare a quanto restituito dall’amichevole di ieri a Barletta, quest’Avellino ha mostrato evidenti criticità: 1) nel pacchetto arretrato (la coppia Benedetti-Mulè è apparsa poco affidabile, e tra l’altro, nel secondo tempo, è stato impiegato Moretti terzino destro, per la mancanza di una valida alternativa a Cancellotti); 2) in un centrocampo che, non solo ha risentito di una fisiologica inconsistenza (soprattutto per via di questo fantomatico trequartista, su cui si ostina a basarsi tatticamente Rastelli), ma ha evidenziato l’inadeguatezza e inconsistenza di D’Angelo (e del suo sostituto Maisto), e la mancanza di una mezzala a sinistra dallo stesso spessore di Dall’Oglio, specie in fase di non possesso; 3) in avanti, con l’equivoco tattico di un trequartista ancora inespresso, perchè sia Varela che D’Amico non ci sono sembrati all’altezza dei compiti tattici normalmente demandati a questo tipo di calciatore.
Insomma, c’è ancora tanto da fare sul mercato per la coppia Perinetti-Condò. Ma quello che in noi desta le maggiori preoccupazioni, è la presenza sulla panchina di un allenatore che potrebbe risultare deleterio per le potenzialità e prospettive di questa squadra.
Ovviamente, ci auguriamo di essere smentiti sul campo, dalla squadra e soprattutto da Rastelli, perchè a noi sta a cuore, davvero, il bene dell’Avellino!