Il Presidente del Teatro Gesualdo Luca Cipriano sulla scomparsa dell’ex Sindaco Di Nunno: “Ha dato l’anima per una città migliore”
Così il presidente dell’Istituzione Teatro comunale Luca Cipriano alla notizia della scomparsa dell’ex sindaco di Avellino e giornalista Rai Antonio Di Nunno. «La dolorosa notizia della morte di Antonio Di Nunno avvolge di profonda tristezza la città di Avellino e l’Irpinia tutta. Ebbi occasione di conoscerlo grazie all’amico Carlo Silvestri quando Di Nunno condusse la sua prima campagna elettorale per la carica di sindaco. L’eloquio, la passione, la convinzione e la determinazione delle sue idee, la lungimiranza, la testarda visione di una città diversa, di una nuova città possibile, mi hanno sempre affascinato. Di Nunno è stato il sindaco che, più di tutti, ha interpretato meglio il ruolo di primo cittadino. Primo non certo per la carica ricoperta, ma perché capace di vedere per primo dove dovesse andare la nostra Avellino, quali dovessero essere gli strumenti da usare, come disegnare e costruire una strategia di lungo respiro per far vivere, e non solo sopravvivere, la nostra città. Fu lui a volere il grande piano di recupero delle strutture storiche cittadine, fu lui a lanciare l’intuizione della Città giardino, fu lui a rivoluzionare nomi e uomini che in quegli anni abitarono Palazzo di Città con una passione che da tempo è andata tragicamente smarrita. È come dimenticare che fu Antonio Di Nunno ad inaugurare con il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il nostro Teatro, nonché a sceglierne il nome, dedicandolo al principe dei musici Carlo Gesualdo e ad indicarne la governance con un modello gestionale che ancora oggi funziona e può essere da esempio nel mare di chiacchiere in cui affoga il dibattito sui luoghi della cultura ad Avellino. Ci eravamo incontrati per una lunga conversazione dopo l’estate, mi aveva promesso un aiuto, un consiglio, un indirizzo, una critica per meglio orientare la mia esperienza a servizio della città. Tenevo molto al suo giudizio, mi rincuorava il suo coraggio, quella voglia di rivoluzionare attraverso la normalità, il buon senso, la semplice e lungimirante analisi e soluzione dei problemi. È venuto meno alla sua promessa, il fisico malato non gli ha consentito di dire e di dare ancora tanto a noi tutti. Mi mancherà moltissimo, come dovrebbe mancare a tutta una generazione che troppo superficialmente ha mandato in soffitta la stagione politica di quegli anni. Antonio Di Nunno ha dato ad Avellino molto più di quanto Avellino gli abbia restituito. Mi dispiace dirlo, ma forse la più grande lezione che la sua tragica morte ci trasmette e che le rivoluzioni vanno accompagnate e non osteggiate, che le idee sono la parte migliore di ognuno di noi, che il futuro è una sfida pericolosa da maneggiare con competenza e serietà e che la gratitudine è un sentimento a volte oscuro, da riconoscere ai vivi e non solo da tributare ai morti».