In Italia il primo Neko Cafè: caffè e coccole
Metti un condominio con ferree regolamentazioni, il divieto di tenere animali domestici e l’amore per i gatti, considerati addirittura portafortuna dai giapponesi, basti pensare al maneki neko (gatto che tiene una zampa alzata, la destra si dice che porti denaro, la sinistra i clienti, infatti si trova esposto nelle attività commerciali), ed il tutto come per incanto si tramuta nei Neko Cafè (“neko” in giapponese significa appunto “gatto”). Anche se in principio l’idea è nata a Taiwan con il Cat Paradise di Taipei.
In questi bar i gatti possono gironzolare a loro piacimento, in piena libertà e così i clienti dal canto loro sono chiamati a coccolarli, ma anche comprare loro piccoli regali o cibo.
Dalla Terra del Sol Levante questa moda si è spostata in Europa, Vienna in primis, seguita poi dall’Ungheria e dalla Francia, fino a giungere in Italia. A Torino, nella strada all’avanguardia, dove sorse il primo fast food della città negli anni ’80, a breve aprirà i battenti MiaGola-caffè, il primo Neko Cafè italiano, gestito dall’associazione animalista Onlus “Neko FFFF”. Tra prodotti bio o a Km zero, tra caffè e the accompagnati da torte fatte in casa, book sharing e letture a piacimento, i veri protagonisti saranno 7 gatti salvati dalla strada.
Il locale, che farà incontrare gli amanti dei gatti, sarà dotato anche di wi-fi per rimanere connessi con il mondo. Ma è previsto anche uno sportello per maltrattamenti e problemi vari, una sala per convegni e mostre, e tanti gadget, dalle tazze Neko alle t-shirts, fino a portachiavi ed il ricavato andrà a sostenere anche progetti animalisti. Dunque un mix di miagolii, dialoghi, e prelibatezze che ammalierebbero le gole più raffinate.
Il calore di un micio che si accarezza, tenendolo in braccio, regala un attimo di relax e risulta essere un antidoto contro la depressione. Secondo la pet-therapy, i gatti aiutano a diminuire il ritmo cardiaco e la pressione sanguigna. Persino le loro fusa sono benefiche. Emetterebbero microonde proprio attraverso le loro fusa e queste gioverebbero ai dolori reumatici. Non a caso fin dall’antichità gli Egiziani ritenevano che il gatto avesse poteri magici.
E l’antico fascino enigmatico dei gatti è reso magistralmente dalle parole di Howard Phillips Lovecraft: Enigmatico, il gatto è affine a quelle strane cose che l’uomo non può vedere. È lo spirito dell’antico Egitto, depositario dei racconti a noi giunti dalle città dimenticate delle terre di Meroe e Ophir. È parente dei signori della giungla, erede dell’Africa oscura e feroce. La Sfinge è sua cugina, e lui parla la sua lingua; ma il gatto è più vecchio della Sfinge, e ricorda ciò che lei ha dimenticato.
Giovanna Di Troia