L ‘apparentamento: ricatto elevato a sistema – “No, nun se pò fa”

 A chi conviene  l’apparentamento? Il Sindaco che accetterà di apparentarsi si potrà giovare dell’apporto di consensi, e stavolta non sono pochi, delle liste con cui si andrebbe ad apparentare. Penalizzato sul numero di Consiglieri, il candidato che accetta l’apparentamento, aumenta considerevolmente la possibilità di vittoria finale. E’ una mano di poker: I candidati a sindaco hanno scelto di rischiare e andare da soli al ballottaggio. Chi  vince, prende tutto il piatto; ma se perde, perde tutto o quasi. Apparentandosi invece porrebbe una seria ipoteca sulla vittoria finale. Il senso della legge è chiaro: se ti apparenti aumenti le possibilità di vittoria, ma riduci il “patrimonio” di futuri consiglieri a favore delle liste che “apparentandosi” ti danno un ulteriore sostegno. Alle liste a sostegno dell’eventuale vincitore andrebbero diciotto consiglieri, di cui dodici alle liste del candidato Sindaco che vincerà il ballottaggio e cinque alla lista “apparentata”. Un bel bottino! Da ciò che si è sentito in giro, la lista, che chiedeva l’apparentamento a tutti i costi e con chiunque dei due candidati a Sindaco si sarebbe accontentata della vice-sindacatura e due assessori (e ovviamente i cinque consiglieri). Non poco per chi non si è qualificato per il ballottaggio. E’ chiaro che l’apparentamento dipende unicamente dalla volontà di far  “salire” cinque consiglieri in modo tale che questi ultimi possano ostacolare e condizionare i membri del consiglio comunale nelle scelte. Ciò che è  accaduto nei  giorni scorsi  è assolutamente “INDECENTE”, non fosse altro per il fatto che non abbiamo ancora smesso di criticare  l’Amministrazione che ha fatto degli “INCIUCI” una bandiera di rappresentanza! Tutti ricordiamo l’inizio dell’amministrazione precedente, con quanta difficoltà prese a camminare, come accordi sottobanco o palesi ne hanno condizionato il suo  inquietante  procedere. Difatti il suo “scorretto” inizio ne segnò la sua morte e la sua inefficienza sin dalle prime sedute consiliari. 

Senza apparentamenti i due candidati avrebbero le stesse chanche, ed il popolo potrebbe scegliere liberamente!QUESTO NON E’ MORALISMO. E’ DEMOCRAZIA!!!!

 La legge elettorale è uno “strumento” che nella mente del legislatore voleva garantire la presenza di chi un numero di consensi lo aveva ottenuto in ogni caso. Apparentamento non può essere ricatto! L’era del tatticismo esasperato è finita. Al popolo interessa onestà, e non certo scambi di favori che inquinerebbero a priori il buon viatico di una amministrazione nascente.  La città ha bisogno di chiarezza, di Dignità, di autonomia e di aria pulita. Qualità che si acquistano sin da subito, manifestandosi per quello che si è, limpidi, aperti e innamorati della  propria città, senza decadere in “strategiche” operazioni politiche tipo l’aggregarsi con chiunque o con il migliore offerente pur di raggiungere il potere. Non è giusto, non è onesto e non si costruisce in questo modo la nuova casa. Solo da una libera e civile “rivalità” può nascere un Amministrazione coerente che rispecchi le vere esigenze della gente; e la gente non vuole altro che: LIMPIDEZZA MORALE,  DECISIONISMO POLITICO,  CAPARBIETA’ NEL PROTEGGERE IL TERRITORIO E TRASPARENZA NEL SOSTENERE I DIRITTI DI OGNI SINGOLO CITTADINO.

Alla nuova Amministrazione,  inoltre, semplicemente, esprimiamo un  sogno, e cioè: LA SPERANZA DI VEDERE FINALMENTE NELL’AGONE DELLA REALTA’ DARE SOSTEGNO ALL’IDEA VINCENTE PER DEBELLARE LA PIAGA DELLE POVERTA’;  PORRE MASSIMA ATTENZIONE SULLA SITUAZIONE GIOVANILE, SUL DISAGIO CHE MOLTI GIOVANI AVVERTONO, SULLA SFIDUCIA CHE NUTRONO NEI CONFRONTI DELL’ISTITUZIONE COMUNALE,  AFFINCHÉ LE NUOVE GENERAZIONI POSSANO ESPRIMERE LE LORO POTENZIALITÀ E LE LORO QUALITÀ; RIQUALIFICAZIONE DELLA CITTA’ CAPOLUOGO CREANDO CENTRALITA’ CULTURALI, COMMERCIALI E  SERVIZI.   AMARE QUESTA  NOSTRA  CITTA’.

Invitiamo i cittadini, prima di tutto, ad andare a votare. 

E li invitiamo a scegliere il prossimo Sindaco di Avellino dopo un’accurata riflessione. Vogliamo concludere con una citazione di Elio Vittorini  “La nostra paura del peggio è più forte del nostro desiderio del meglio” .

La Dama Rosa

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