L’acido ialuronico contro le resistenze batteriche: alternativa terapeutica a forme ricorrenti di infezioni batteriche delle vie respiratorie e urinarie

L’acido ialuronico ad alto peso molecolare può essere un’alternativa terapeutica nelle forme ricorrenti di infezioni batteriche delle vie respiratorie e urinarie, dando così modo di evitare l’utilizzo degli antibiotici, il cui uso inappropriato ha sviluppato pericolose resistenze batteriche. Lo sostengono Monica Sommariva, urologa dell’Ospedale di Legnano e Matteo Gelardi, otorinolaringoiatra del Policlinico universitario di Bari, che rilevano come anche l’Oms abbia definito il problema della resistenza batterica una minaccia per la salute pubblica. La cosa tocca da vicino l’Italia che, secondo l’Aifa, è il maggior consumatore di antibiotici d’Europa, con un aumento del consumo di oltre il 5% nell’ultimo anno. Tra le principali indicazioni terapeutiche associate alla prescrizione di antibiotici ci sono le malattie respiratorie che rappresentano il 40% delle prescrizioni e le malattie del sistema genito-urinario con oltre il 18%. “In particolare – dice Giuseppe Spriano, Presidente Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale – in otorinolaringoiatria e urologia c’è il massimo uso/abuso di antibiotici con uso inappropriato del 49,3% nelle laringotracheiti e del 36,3% nelle cistiti”. Spriano spiega che l’80% delle infezioni è di origine virale e “in questi casi utilizzare l’arma degli antibiotici non solo è inutile, ma crea anche un danno perché concorre inutilmente a creare resistenze batteriche”. Secondo Spriano, dal 40 al 50% delle infezioni viene curata incongruamente con antibiotici. “L’utilizzo di un’alternativa terapeutica quale l’acido ialuronico – spiega Matteo Gelardi – ha portato a interessanti risultati. Le forme ricorrenti delle infezioni respiratorie sono spesso dovute alla mancata guarigione di infezioni acute e questo è dovuto alla permanenza di biofilm batterici, cioè di batteri che, in condizioni favorevoli, producono una sorta di ‘scudo’ gelatinoso in grado di resistere all’azione degli antibiotici, che sono incapaci di penetrare il biofilm. L’acido ialuronico – conclude Gelardi – che è anche in grado d’interferire con la formazione di quei biofilm, apre nuovi scenari nel trattamento delle infezioni batteriche”.

 

 

 

Da Ansa.it

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