L’Avellino promosso in B, ma lo stadio rimane da Lega Pro

Tre sono i mesi che separano l’Avellino dall’esordio in serie B. E se per l’allestimento della squadra sono più che sufficienti, per lo stadio invece sembrano un vero e proprio conto alla rovescia. Anche in considerazione del fatto che i lavori necessari all’adeguamento esigono sicuramente  una tempistica maggiore. Se a questo s’aggiunge la mancanza di una Giunta comunale capace di prendere decisioni in merito, appaiono giustificati i timori dei tifosi, ma anche degli stessi dirigenti biancoverdi, che paventano sempre piu’ concreto il rischio di giocare fuori Avellino le partite interne del prossimo campionato cadetto.

Abbandonato al proprio destino dopo la disputa della finale di Coppa Uefa nel 1989 tra Fiorentina e Juventus,  il vecchio Partenio-Lombardi, da allora, non ha piu’ visto lavori di ristrutturazione (fatta eccezione per il rifacimento del manto erboso del 2005 ). Da un pò di tempo, anche la manutenzione ordinaria dell’impianto, a carico delle varie società che si sono succedute nel tempo, è venuta meno. Adesso siamo al paradosso: l’attuale proprietà della società biancoverde, che è  l’unica  che ha speso soldi propri per garantire l’efficienza dello stadio, rischia di veder vanificati gli sforzi fin qui effettuati. Sono molte le cose da sistemare: l’installazione di ulteriori tornelli, la sostituzione della recinzione in ferro con quella in plegliglass, la sistemazione dei servizi igienici e una buona impermealizzazione che consentirebbe finalmente agli spettatori degli anelli inferiori di non assistere alle gare con gli ombrelli aperti, al pari di quelli degli anelli superiori.

Come si dice : chi vivrà, vedrà…. ma riuscire a rivedere la serie B al Partenio-Lombardi, al momento, appare quasi un’utopia.

Italo Borriello

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