Lupi, con il rientro di Gavazzi sarà finalmente la volta buona per un centrocampo a quattro?
Saremmo anche all’antica, ma a noi non è mai piaciuto improntare l’analisi di una partita di calcio ragionando su rigidi schemi numerici, o moduli che dir si voglia. Il gioco del calcio è fatto di spazi, tempi e fantasia, e quello che si gioca su un prato verde non è certamente il subbuteo o peggio ancora il bigliardino. D’Altronde, un tecnico può fare tutti i discorsi o i disegni che vuole alla lavagna, ma poi c’è il campo con le sue dinamiche, ci sono 22 calciatori che occupano spazi e si muovono in modi e tempi che non sono prevedibili, perchè attengono alle qualità fisico-atletiche, all’stinto e alla fantasia di ciascun interprete. Insomma, ci sembra molto riduttivo e tecnicamente non attendibile fare una valutazione di una gara, basandosi solo su un presunto modulo iniziale, proposto da questo o da quell’allenatore. Fatta questa premessa per significare che noi non diamo soverchia importanza ai numerini (ad es.: 4-3-1-2 oppure 3-5-2), che solitamente vengono pre-messi nel riportare la formazione di una squadra (per questo nei nostri tabellini non li avete mai visti e non li vedrete mai!), veniamo all’importante novità del tanto auspicato rientro di Davide Gavazzi nella formazione base dell’Avellino.
L’ex centrocampista della Sampdoria e della Ternana è un elemento di grande qualità, ma anche quantità, ed è dotato di una non comune versatilità tattica: i suoi mezzi fisico-atletici, la sua velocità ed il suo dinamismo, la sua capacità ed il suo rendimento in entrambe le fasi di gioco, la sua tecnica e la sua intelligenza tattica gli consentono di poter svolgere anche tre ruoli nella stessa partita. Diciamolo senza girarci intorno: Gavazzi è un valore aggiunto, almeno per qualsiasi allenatore di serie B. Insomma: il suo peso specifico e la sua valenza compessiva ne fanno un calciatore sicuramente di massima serie.
L’assenza prolungata del centrocampista valtellinese, che si infortunò alla terza partita, in quel di Cagliari, è risultata sanguinosa per i Lupi, perchè l’Avellino ha dovuto fare a meno di un elemento non sostituibile, in quanto nessun altro calciatore biancoverde in dotazione alla compagine di Tesser, possiede la qualità, ma soprattutto “l’adattabilità” tattica dell’ex rossoverde (forse, ma solo in prospettiva, potrebbe emularlo il giovane Bastien). Il rientro in squadra di Gavazzi a La Spezia sicuramente porta sostanza e tecnica ad un centrocampo biancoverde che in queste cinque gare senza lo stesso ha costretto Tesser a dover fare i salti mortali (con assai alterna fortuna) per presentare una linea mediana consistente e produttiva.
Contro un’avversaria tra le più forti ed accreditate, come quella ligure, mister Tesser potrebbe finalmente proporre una linea mediana composta da 4 centrocampisti di ruolo, senza dover impiegare addirittura Insigne nella zona nevralgica del campo. Questo tipo di centrocampo, con due esterni di ruolo, forti tecnicamente come Gavazzi a destra e Zito a sinistra, consente di giocare con due mediani di interdizione come Arini e Jidayi, che assicurano adeguata copertura ai quattro della terza linea, che compongono il pacchetto difensivo. A completare il quadro tattico i due attaccanti (quali potrebbero essere, ci pare un dettaglio, al momento, non fondamentale, almeno in attesa del ritorno di Castaldo) che in fase offensiva, possono tranquillamente essere coadiuvati dagli esterni di centrocampo. Insomma un assetto tattico, almeno sulla carta, assai equilibrato e compatto, che contro lo Spezia, che sicuramente farà la partita, ci sembra possa adeguatamente reggere l’urto della fortissima compagine ligure e, nello stesso tempo, proporre con efficacia la propria azione offensiva.