Lupi, nella pagella di D’Aliasi c’è un bel sette al campionato dell’Avellino
Il collega Stefano Sica, redattore del famoso quotidiano sportivo nazionale “Tuttomercatoweb.com” ha pubblicato un’interessante intervista all’opinionista irpino più famoso, Felice D’Aliasi, sul campionato dei Lupi e sulle loro prospettive in chiave play off. Atteso che, guarda caso, il noto esperto di calcio nostrano è anche editore di questo giornale, alla redazione è parso giusto riproporre l’intervista attraverso queste colonne. Eccola, nella sua versione integrale:
Tra gli opinionisti di punta di tutto ciò che riguarda il mondo Avellino, Felice D’Aliasi affronta con Tuttomercatoweb l’imminente impegno play-off che vedrà i Lupi impegnati a La Spezia e analizza anche la regular season biancoverde. D’Aliasi, tra l’altro, è editore del quotidiano on line giornaledellirpinia.it, diretto dal collega Rino Scioscia, nonché ospite fisso di “Casa Avellino”, in onda il lunedì sera sull’emittente Piuenne.
Un giudizio sull’annata biancoverde?
“La squadra ha sicuramente disputato una stagione positiva. Se debbo darle un voto, penso ad un bel sette. Questo giudizio scaturisce da una duplice valutazione: 8.5 per le prime 27 gare, durante le quali ha messo insieme qualcosa come 45 punti, con una media di 1,66 a partita, e con una proiezione finale di 70 punti complessivi che avrebbero significato terzo posto finale, ad un solo punto dal Frosinone promosso in A; 4.5 per le successive 15 gare di campionato, nel corso delle quali i ragazzi di Rastelli hanno rallentato la loro marcia in maniera assai preoccupante, atteso che hanno racimolato la miseria di soli 14 punti, meno di uno a gara, finendo penultimi, avanti soltanto al Varese. La media tra queste due valutazioni è 6.5, ma io voglio riconoscere a Castaldo e soci un altro mezzo punto per la conquista dei preliminari play off”.
E il lavoro di Rastelli come lo giudichi?
“Abbastanza positivo. Penso di poter affermare senza tema di smentita che nei suoi tre anni di lavoro ad Avellino abbia ottenuto risultati di gran lunga superiori rispetto all’intrinseca consistenza tecnica del materiale umano, comunque buono, che la società gli ha messo a disposizione. Un’impresa di cui, penso, Rastelli debba andare fiero. Anche perché, quando il tecnico è arrivato ad Avellino, sapeva benissimo che quella che gli si presentava davanti era una sfida molto difficile, fallita da tantissimi suoi predecessori. Basti pensare che Rastelli, con i suoi tre anni di permanenza ad Avellino, ha già eguagliato il record dell’unico tecnico che, nell’ultracentenaria storia biancoverde, è riuscito a rimanere seduto sulla scottante panchina irpina per tre stagioni consecutive. Un tecnico che già nel nome tradisce l’appartenenza ad un’epoca pioneristica, quella degli anni ’60: mister Ulisse Giunchi, tre campionati di serie C sotto la presidenza di Annito Abate”.
Però nelle tue analisi recenti, non hai risparmiato qualche critica.
“L’andamento discontinuo ed altalenante, per quanto attiene al rendimento e ai risultati della squadra, non può esentare Rastelli da responsabilità personali. La mancanza di risultati positivi nella parte finale di questo campionato, fa esattamente il paio con quel brutto girone di ritorno dello scorso anno, il che finisce con l’appesantire la posizione del tecnico anche con l’aggravante della recidiva. Poi, un altro aspetto negativo della gestione tecnica di Rastelli, che curiosamente riguarda tutti e tre i suoi anni in biancoverde, attiene alla titolarità della porta avellinese: ogni stagione ha avvicendato tra i pali i due portieri in rosa, segno evidente della mancanza, da parte sua, di decisione e definitività della scelta nel ruolo più delicato”.
Si è puntato il dito anche sulla preparazione atletica: tu come la vedi?
“Un falso problema. Se ci fosse stata davvero una carenza in tal senso, la squadra sarebbe andata in affanno per 14-20 giorni al massimo. Invece l’Avellino ha vissuto almeno tre mesi difficili. Qualcuno ha buttato fumo negli occhi con un problema che non c’era”.
Ora lo Spezia: che percentuali dai all’Avellino nella rincorsa verso la A?
“E’ indubbio che il regolamento di serie B penalizzi oltremodo le squadre peggio classificate nella griglia play off. Cosa che, invece, non succede in Lega Pro, dove tutte le qualificate agli spareggi finali sono costrette a vincere per passare il turno, rendendo quelle partite avvincenti ed imprevedibili. In serie B, invece, si tiene conto molto della classifica della stagione regolare. Infatti la squadra meglio piazzata ha garanzie notevoli, come quella di passare il turno anche se solo riesce a conservare il risultato di parità dopo i novanta minuti regolamentari e gli eventuali supplementari. E questo è sicuramente un vantaggio notevole. Per l’Avellino, che parte dall’ottavo posto, quindi, non vedo grosse chance. Se debbo indicare una possibile finale per la promozione in serie A, posso dirti che prevedo 180 minuti finali tra il Bologna e la vincente del preliminare tra Perugia e Pescara”.
Cosa pensi di quest’ennesimo ciclone riguardante il calcioscommesse in Lega Pro e D?
“Ho l’impressione che siamo soltanto all’inizio di un qualcosa di molto più ampio e grave che deve ancora venire fuori. Non è un semplice caso, infatti, che di partite truccate in serie B e in serie A non si sia ancora parlato. Vuoi vedere che stanno attendendo la conclusione anche di questi campionati?”.