Mondiali di Calcio 2014, il Brasile bloccato sullo 0 – 0 da un ottimo Messico e dalle incredibili parate di Ochoa

Vedere il Brasile pareggiare 0-0 è come andare sulla spiaggia di Copacabana e non trovare belle ragazze. La sorpresa viene naturalmente acuita dalla circostanza che in un Mondiale partito all’insegna del gol è strano che sia la Seleçao padrona di casa a restare a secco. Ma viene anche cancellata dall’avversario, il Messico, che fa dell’organizzazione tattica il proprio punto di forza. Così, alla seconda partita del girone, i verdeoro vengono subito bloccati: più che in Peralta, l’eroe dell’Olimpiade di Londra, stavolta l’incubo si è materializzato in Ochoa, autore di parate spettacolari su Neymar (due volte), Paulinho e Thiago Silva. Sembra incredibile, allora, che il portiere svincolato dall’Ajaccio sia attualmente senza squadra. Per il Brasile, comunque, nessun dramma in chiave qualificazione: sale a quota 4, resta davanti al Messico come differenza reti e all’ultima giornata col Camerun (la più debole del girone) può far valere la propria superiorità. Ma Scolari deve capire in fretta come dare più qualità alla sua squadra.

Il Brasile è lo stesso che ha battuto (a fatica) la Croazia, fatta eccezione per l’inserimento di Ramires al posto di Hulk. Il problema è che il centrocampista del Chelsea, schierato largo a destra nel 4-2-3-1, si rivela poco adatto al ruolo, tanto più contro una difesa a 5 e un avversario molto chiuso. La scarsa produzione offensiva della Selecao, ovviamente, non è solo colpa sua: innanzitutto è merito del Messico, che con due falli a centrocampo nei primi 25 secondi e un pressing che parte da Giovani dos Santos e Peralta (i due attaccanti) fa capire subito che aria tira e mantiene lo stesso atteggiamento per tutta la partita senza disdegnare le ripartenze che nel primo tempo producono un paio di conclusioni insidiose di Herrera (gran parata di Julio Cesar non vista dall’arbitro) e Vazquez; la colpa dei verdeoro, che pure giocano con grande intensità soprattutto nella fase di recupero del pallone, sta nell’assenza di spunti creativi, fatta eccezione per un paio di accelerazioni di Oscar (forse troppo largo a sinistra). Neymar subisce tanti falli e prova a riscattarsi nel modo a lui meno congeniale: lo stacco aereo al 26′ su uno dei rari cross di Dani Alves è da fenomeno, come la risposta di Ochoa che si guadagna la partecipazione al concorso per la miglior parata del Mondiale e poi si esalta ancora mettendoci il corpo sull’incursione ravvicinata di Paulinho.

 

 

 

Da Gazzetta.it

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