Montefusco, giovedi 6 agosto in Piazza Castello, tra spettacolo e storia, va in scena: “Scetate Majestà ovvero Napoli 1799….la rivolta dei Lazzari”
Cresce l’attesa per lo spettacolo teatrale in musica promosso dalla comunità montana del Partenio-Vallo di Lauro. Il tutto si svolgerà domani (6 agosto) a cominciare dalle ore 21 in piazza Castello nel cuore del borgo antico di Montefusco.
Salirà sul palco la ‘Compagnia dell’Accademia’ del Teatro Totò di Napoli che porterà in scena ‘Scetate Majestà’ ovvero ‘Napoli 1799… la rivolta dei Lazzari’. Regia di Enzo Liguori.
Si tratta della rievocazione, tra la fantasia e la storia, delle tragiche giornate del 1799 che coinvolsero il Regno di Napoli e la terra d’Irpinia.
Un passo indietro nel tempo, nel lontano Settecento affinché “possa servire alle giovani generazioni per la costruzione di una coscienza civile forte, decisa e preparata, a protezione delle nostre tradizioni e della nostra civiltà”.
LA TRAMA…
La storia ha inizio nel dicembre del 1798 con l’occupazione dello Stato Pontificio da parte dei francesi del generale Championnet e con la fuga in Sicilia del re Ferdinando IV di Borbone sotto la protezione degli inglesi (21 dicembre 1798); l’incarico di vicario generale del Regno viene affidato al conte Francesco Pignatelli, che conclude, a Sparanise, un gravoso armistizio col generale Championnet e abbandona Napoli (11 gennaio del 1799).
Nell’anarchia che ne segue, i Giacobini napoletani favoriscono l’ingresso in città alle truppe di occupazione francese (23 gennaio 1799); a nulla vale la strenua ed eroica resistenza dei Lazzari (popolani) napoletani, capitanati da un personaggio a dir poco suggestivo, tale Michele Marino detto “’o pazzo”. Circa 3.000 popolani antifrancesi muoiono negli scontri.
La vita della neonata Repubblica si presenta difficile fin dagli inizi: manca l’adesione dei popolani napoletani e soprattutto quella delle province; contro gli oppositori del regime i giacobini francesi rispondono con una repressione spietata e sanguinaria, che certo non aiuta a conquistare le simpatie popolari; difatti durante i cinque mesi della repubblica, numerosi comuni della provincia vengono saccheggiati (vedi Marzano e Lauro, 27/ 30 aprile 1799) e moltissime persone vengono condannate a morte e fucilate dopo sommari processi politici.
In queste tragiche giornate non mancano delicate storie d’amore come quella della nobildonna Camilla di Lauro, moglie del Barone di Castelvetere con un generale francese. Il racconto si chiude con l’abbandono della città di Napoli da parte di Championnet (7 maggio) e con l’arrivo dell’Esercito della Santa Fede, guidato dal cardinale Fabrizio Ruffo, con al seguito i lazzari (15 giugno 1799).