Nel nome del verde: il Giardino degli odori e la dinamica attività della Soprintendenza B.A.P. di Avellino

La dott.ssa Maria Cristina Lenzi è la responsabile del progetto il “Giardino degli Odori”. La funzionaria della sede di Avellino della Soprintendenza B.A.P. per le Province di Saleno e Avellino, è da anni impegnata nell’attività di promozione “dinamica” dei Beni e delle Attività culturali, anche con particolare riguardo all’utilizzo della struttura dell’ex Carcere Borbonico di Avellino, per l’organizzazione di mostre e di eventi di notevole rilievo culturale. Siamo andati a trovarla in uffcio per saperne di piu’ sul progetto denominato il “Giardino degli odori” e piu’ in generale sulla meritoria attività culturale della Soprintendenza.

Come è nata l’idea del “Giardino degli odori” e in particolare come e da cosa è scaturita la sinergia tra enti pubblici e istituti scolastici?

“L’idea è nata dalla famosa nevicata del 2012 che ha danneggiato il giardino, quello che all’inizio era un cortile, la zona d’aria dei detenuti. Trovato lo sponsor, bisognava dare una ratio, costruire un certo discorso intorno alle piante che dovevano resistere al freddo inverno avellinese. Si è pensato alle piante officinali con funzioni ornamentali e profumate, da qui il “Giardino degli odori”. E abbiamo poi coinvolto gli istituti scolastici, con cui collaboriamo molto spesso. L’agrario perché studiano la botanica; lo scientifico si è cimentato nelle schede terapeutiche, i principi attivi; il classico si è occupato delle ricerca sulle poesie sul tema della rosa canina; il Conservatorio perché la natura è alla base di molte opere; l’alberghiero invece, ha effettuato ricerche sull’utilizzo di queste piante. Dopo 7/8 mesi di preparazione e di ricerche specifiche da parte degli istituti scolastici, sono iniziati i lavori del giardino e poi è avvenuta la pubblicazione del libro. Due erano gli scopi: la creazione del giardino, cornice per eventi ed iniziative, e la pubblicazione del libro con la collaborazione degli istituti scolastici (“il giardino degli odori”, a cura di Maria Cristina Lenzi, Mephite, 2013). L’istituto scolastico “Dante Alighieri” ha realizzato anche le targhette, oltre ad abbeveratoi e mangiatoie per attirare gli uccellini. Inoltre all’inaugurazione del giardino c’è stata una degustazione dei prodotti e un concerto da parte del conservatorio”.

Perché si è puntato molto sugli istituti scolastici?

Perché il progetto aveva finalità didattiche e i ragazzi devono essere formati e crescere nei migliori dei modi, e sono i destinatari di iniziative di questo tipo”.

I ragazzi come hanno accolto il progetto?

I ragazzi hanno mostrato molto entusiasmo, i più piccoli curiosità e divertimento perché venivano a conoscenza della natura. Inoltre, vedere pubblicate le loro ricerche è stata una gratificazione per loro”.

Quanta importanza ha la location in questo progetto. Perché è stato scelto proprio l’ex Carcere Borbonico?

Non c’è stata una selezione sull’oggetto d’intervento. Soltanto perché noi lo gestiamo in quanto proprietà del demanio, ma lo concediamo anche ad esterni. Ora, avendo reso questo giardino più accogliente, daremo maggior valore, rilevanza alle manifestazioni che faremo”.

Recupero urbano, rispetto per l’ambiente, socialità tra gli studenti e valorizzazione del Carcere Borbonico. Questi quindi i punti fondamentali del progetto?

Sì e in quanto Soprintendenza, ci impegniamo alla tutela, con i vincoli di legge, e alla valorizzazione di questo monumento, attraverso le nostre iniziative. Il nostro obiettivo è far conoscere il carcere”.

Un bilancio de “Il Giardino degli Odori”, ha confermato o deluso le sue aspettative?

“La più grande delusione è stato il tempo perché il 31 maggio (l’inaugurazione) pioveva. Ma il bilancio è positivo, il giardino parla da solo, anche se occorre tempo perché le piante crescano. Le persone vengono, oltre a scolaresche, bimbi con i nonni. Si sta già realizzando quello che volevamo, ma bisogna vedere come la città reagirà. Senza lo sponsor e la sensibilità di Silvio Sarno non si sarebbe potuto realizzare. Per i tagli alla cultura, senza gli interventi dei privati, non si potrebbe fare nulla”.

Si è anche occupata della mostra “Est Locus… Irpinia postunitaria”, nell’ambito delle cerebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Qual era il target di riferimento, ha registrato consensi?

Il target era indifferenziato. Ogni iniziativa può essere rivolta a tutti, a ampie fasce. Non c’è una differenziazione netta, anche perché il Carcere è al centro della città e deve accogliere tutte le fasce e i diversi livelli culturali”.

Ci sono altri progetti in cantiere per il futuro?

Per il momento no, puntiamo a far decollare questo progetto e dare spazio al seguito di questo. Privati ed associazioni ci chiedono di usufruire degli spazi, ma li mettiamo a disposizione in base alla valenza culturale dell’edificio. Dobbiamo stare attenti che siano iniziative adeguate al monumento. Anche se il ministero per la spending review ha ridotto alcuni eventi, come “La Settimana della Cultura” e “La Festa della Musica” che prevedevano l’ingresso gratuito, ci piace perpetuare la Festa della Musica, appuntamento fisso nel nostro parco, durante la quale ospiteremo l’iniziativa di un gruppo che attua musicoterapia”.

Giovanna Di Troia

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