Parolise, vendita di pellet adulterato: denunciato un imprenditore e sequestrati 270 quintali di merce

I Carabinieri delle Stazioni Forestale di Summonte ed Avellino, unitamente a personale dell’Agenzia Dogane e Monopoli – Direzione Territoriale Campania e Calabria, all’esito di mirati controlli hanno sottoposto a sequestro circa 270 quintali di pellet contaminato da piombo ed azoto.

A seguito verifiche doganali su pellet importato dall’Egitto da una società di Parolise, si effettuavano campionamenti su due distinte partite di pellet, per le successive analisi chimico/fisiche presso il laboratorio dell’Ufficio Antifrode e Controlli di Milano.

I risultati delle analisi evidenziavano una elevata presenza di piombo (23 mg/kg rispetto un limite massimo di 10 mg/kg), di azoto (0.56 mg/kg – limite massimo 0.3 mg/kg) ed un residuo di ceneri di 1,2% rispetto un limite massimo di 0.7%.

Tali dati facevano presumere che il pellet non era derivante da lavorazione di legno vergine bensì contaminato da sostanze chimiche e pertanto non poteva essere considerato una biomassa ma un rifiuto, che in assenza di caratterizzazione deve essere considerato “pericoloso”.

Inoltre sulle buste di pellet da 15 kg cadauno veniva riportato il simbolo a1 (ossia di elevata qualità) in assenza di certificazione, nonché altri simboli, come il “BIO”, tesi ad indurre in inganno il consumatore.

Pertanto sono state poste sotto sequestro penale 1.800 buste di pellet e nel contempo è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Avellino il legale rappresentante della società, ritenuto responsabile dei reati di “Adulterazione di cose in danno della salute pubblica”, “Frode nell’esercizio del commercio”, “Vendita di prodotti industriali con segni mendaci” nonché “Commercio ed intermediazione di rifiuti pericolosi”.

Non è la prima volta che i Carabinieri Forestali del Gruppo di Avellino sequestrano del pellet per la cui produzione sono stati illegalmente utilizzati materiali e sostanze nocive che invece dovevano essere smaltite come “rifiuti pericolosi” in appositi siti: tale illecito, oltre al risparmio dei costi di smaltimento, permette un ulteriore ricavo dalle vendite del prodotto finale che, in effetti, non avrebbe alcun valore commerciale.

Si ricorda che la combustione del pellet contaminato produce gravi danni alla salute per le emissioni nocive in atmosfera

Loading