Pluralismo di posizioni nel PDL, la Fruncillo si oppone a D’Ercole

La dirigente provinciale del PDL, Ines Fruncillo,  in una nota che appresso riportiamo, fa conoscere il proprio dissenso dalla posizione assunta da Giovanni D’Ercole, che del PDL  è capogruppo  uscente al Consiglio comunale di Avellino . Ecco la nota:

Condivido quanto dichiarato in una recente intervista pubblicata: in una competizione elettorale i portatori di idee sono più rilevanti dei portatori di voti, e difatti sono almeno due mesi che insieme ad altri amici dirigenti mi sono spesa per alimentare un confronto interno al partito su tematiche concrete, progettualità fattive e strategie di governo. Molto spesso, tali riflessioni, e tale approfondimento, sono stati interpretati come elementi superflui, addirittura dilatori, finalizzati ad una “melina” per ritardare, colpevolmente, l’investitura del candidato sindaco, rientrante nei desiderata e nelle ambizioni personali del capogruppo uscente al Comune di Avellino. Anche la splendida manifestazione del 16 marzo al Viva Hotel, come pure l’appello lanciato dal sen. Sibilia alle forze volenterose e moderate della città, sono stati intesi come temporeggiamenti strumentali da chi, al contrario, ha ritenuto che sul proprio nome non vi fosse altro da aggiungere né sul fronte della proposta né su quello delle alleanze. Appare oltremodo chiaro che nel Pdl avellinese, proprio conseguentemente alla comprensione del dato elettorale delle politiche, vi è stata una rigenerazione delle forze, a dimostrazione, qualora ve ne fosse necessità, che il partito è capace di selezionare una classe dirigente. Aver fatto il consigliere comunale per otto anni è sicuramente un merito e testimonianza di impegno e dedizione, tuttavia quando si milita in un partito occorre rispettarne i ruoli, le dinamiche interne, le decisioni condivise e non è sufficiente aver avuto una esperienza consiliare per legittimare aspirazioni personali di questa portata. Il Direttivo Provinciale del Popolo della Libertà ha conferito mandato pieno, unanime, non condizionato al Presidente Sibilia di intraprendere tutte le azioni utili e conseguenti al miglior risultato possibile per il partito. Minacciare corse solitarie, banalizzare gli sforzi, che pur frutti stanno dando, esprimere un dissenso a mezzo stampa e non nei luoghi all’uopo designati di dibattito interno è sicuramente sconveniente , inopportuno e non conforme alle discipline di partito. Delle due l’una : o si milita in un partito perché lo si interpreta portatore di valori, principi, idee e soluzioni veramente volte al più sano sviluppo di un territorio e di una comunità o perché attraverso lo stesso si possono percorrere carriere, soddisfare ambizioni, solleticare le proprie vanità. Ed è quando non si ottiene il riconoscimento voluto o la soddisfazione di un ruolo che si comprende se si propende per l’una o l’altra possibilità. Sono convinta, conoscendo Franco e Giovanni D’Ercole, che vorranno dare dimostrazione di attaccamento al partito ed ai suoi valori. La minaccia di una corsa solitaria potrebbe lasciare credere all’opinione pubblica che nel PdL viga la stessa logica spartitoria che anima i dibattiti del Pd. Noi non siamo come il Partito Democratico, laddove la dialettica è solo uno strumento per determinare l’isterica spartizione di uno pseudo potere che oramai non c’è più”.

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