Poste Italiane: il calvario del ritiro delle raccomandate non recapitate
Diventa sempre più alta la protesta dei cittadini di Avellino costretti a ritirare le raccomandate non recapitate presso gli uffici delle Poste Italiane alla frazione di Pianodardine. Il nuovo sistema, già in funzione da qualche anno, ha aumentato i problemi ai cittadini a tal punto che, ritirare una raccomandata, è diventato un vero e proprio incubo per i destinatari, assenti dalla proprie abitazioni al momento della consegna. Pochi anni fa, la distribuzione delle raccomandate non recapitate, avveniva presso gli Uffici postali in città, quindi in zona centrale, accessibile a tutti e da tutti raggiungibile a piedi senza l’utilizzo della macchina. Oggi, è impensabile raggiungere la frazione di Pianodardine a piedi, ne è pensabile l’utilizzo dei pochi bus urbani , a meno che non si voglia perdere un’intera mattinata per il ritiro di una raccomandata! A questo punto, mi chiedo quale è la ratio. Le Poste Italiane in questa scelta non hanno pensato al disagio per la cittadinanza? Pianodardine dista quasi 5 chilometri dal centro di Avellino e, tra gli utenti del servizio postale, ci sono anziani, invalidi, persone che non guidano e chi deve sacrificare ore di lavoro per ritirare una raccomandata. In conclusione: ma il tempo degli «altri» (cioè noi) non ha importanza per chi ha creato questo disagio? I responsabili di poste italiane fanno sapere che, malgrado le problematiche create all’utenza, specie a coloro i quali si servivano dell’Ufficio postale sotto casa, il nuovo servizio ha consentito una maggiore efficienza di distribuzione e di decongestione degli uffici prima adibiti al ritiro delle inesitate. Concludo con la mitica di Michele Lubrano e cioè, la domanda nasce spontanea: è più efficiente per il cittadino il nuovo servizio tanto osannato dalle Poste o era meglio quando in via De Sanctis in cinque minuti si ritirava la raccomandata non recapitata?
Geremia Niespolo