Presentato il libro di poesie “In rada” di Clara Spadea, minatore dell’anima
Bella serata al Circolo della Stampa di Avellino. Tanta gente alla presentazione del secondo libro di poesie “In rada” di Clara Spadea, avvocato per professione, poetessa per talento spirituale.
Emozioni, empatia, amicizia e sentimenti veri in un’occasione davvero unica per ascoltare Clara, che si è definita un “minatore dell’anima”.
In sala un pubblico attento ed emozionalmente coinvolto; tra i tanti presenti, abbiamo notato il giudice Gennaro Iannarone (persona di somma cultura, già presidente del Teatro Carlo Gesualdo) e l’avv. Generoso Benigni, vero e proprio “pigmalione”, il primo “scopritore” del talento espressivo di Clara.
Introdotti magistralmente dalla collega Stefania Marotti, i successivi dialoghi sono stati proposti dalla scrittrice Emilia Bersabea Cirillo e dal prof. Paolo Ricci, che hanno saputo cogliere diversi aspetti pregnanti che emergono dai versi di Clara Spadea.
L’autrice, dalla voce intrisa di commozione, ha svelato le ragioni vere che la spingono a scrivere versi. Clara si è affidata alla metafora del minatore, confessando di sentire il bisogno di scavare dentro la sua anima per portare alla luce emozioni recondite, connesse al proprio vissuto, di dolori e gioie, ma anche discendenti dalla natura, dal mare e dal sole, o restituite dagli “attimi” della vita quotidiana.
Le parole finali di Clara Spadea (donna dai grandi valori morali, quasi “antichi”, perchè sempre più rari, e perciò più preziosi) hanno toccato l’anima ma anche il cuore dei presenti. Questa raccolta di poesie, ha confessato l’autrice, è una sorta di testamento spirituale per i suoi due figli, nel tentativo di perpetuare un legame che vada al di là del “fatale confine”: quando lei non ci sarà più, i suoi ragazzi troveranno nelle parole fermate in questi versi tante risposte alle loro domande.