Primavera Meridionale, Sabino Morano: “La ripartenza dell’AIAS ad Avellino una vittoria di civilta’”
Questa mattina L’AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici) finalmente ha potuto procedere alla prima terapia domiciliare ed oggi pomeriggio alla prima terapia in sede, proprio con la prof. Arianna Rosa, che nello scorso inverno aveva già innescato un sacrosanto confronto sposato sia dai media che da Primavera Meridionale.
Sul tema è intervenuto Sabino Morano, presidente di Primavera Meridionale: “Non posso che ritenermi soddisfatto rispetto a questa riapertura che aspettavamo da tempo, e per la quale nel corso dell’ultimo anno abbiamo indetto una serie di conferenze stampa al fine di sollevare un problema che era avvertito da un ampio bacino di utenza, costretto a rivolgersi altrove. È evidente il disagio dei cittadini che non hanno potuto usufruire di una struttura che avrebbe dovuto inaugurare i lavori già nell’agosto scorso, e che ha subito un incomprensibile ritardo per un atteggiamento che reputiamo inspiegabile da parte della Regione Campania e della direzione dell’ASL.
Dopo ben cinque anni di battaglie giudiziarie, questa struttura può ricominciare ad occuparsi delle persone disabili, del loro diritto alla salute, della loro riabilitazione ed integrazione sociale. Una vittoria di libertà e di civiltà da attribuirsi al tenace impegno profuso dal commissario Maurizio ARCI. I vertici dell’ASL, infatti, nonnavevano scelto di di dar seguito alle sentenze di TAR e Consiglio di Stato che già avevano considerato impropria la chiusura da parte di ASL stessa e del Comune di Avellino, recando un grave pregiudizio all’utenza.
Un’associazione di volontariato, quella dell’AIAS, che si ritiene fondamentale non solo per l’Irpinia ma per la regione tutta; da qui anni fa sono partiti i primi corsi per logopedisti, fisioterapisti e tante altre professionalità che negli anni, e ancora adesso, riescono a servire un altissimo numero di cittadini che hanno bisogno di cure specifiche. È necessario ripristinare tutta la capacità gestionale dell’associazione, ristabilendo quello status quo ante già acclarato nelle carte giudiziarie.
Purtroppo, chi non vive in prima persona queste dolorose condizioni di disabilità non può comprendere quanto sia stata e possa continuare ad essere fondamentale la concretizzazione a pieno regime di una realtà come AIAS.
Non ci rassegniamo, dunque, alla volontà degli attuali vertici regionali, che continuano a volere Avellino e l’Irpinia fanalino di coda, auspicando che il centro AIAS possa essere messo nelle condizioni di servire un’utenza ancora più vasta.