Quando Hitchcock documentò l’orrore dei lager
Psyco, intrigo internazionale, Vertigo e tanti altri ancora. I film di Alfred Hitchcock hanno fatto la storia del cinema. Ma il geniale regista inglese è stato anche documentarista, quando era inviato di guerra per conto delle autorità militari britanniche. E alla fine della secondo conflitto mondiale girò in presa diretta un documentario sull’orrore dei campi di sterminio, appena liberati. Il cortometraggio durava 50 minuti e si intitolava “Memory of the camps”. Ma la pellicola non ebbe grande diffusione per motivi politici. Infatti non fu mai mostrata al pubblico integralmente, venne messa da parte nell’ immediato dopoguerra per favorire la riappacificazione. Sarebbe dovuta uscire subito dopo la liberazione dell’Europa dal nazismo, ma il ritardo ne fermò la distribuzione perché non era più considerato utile dagli Alleati continuare a presentare quell’orrore davanti agli occhi dei tedeschi, mentre gli sforzi erano tutti concentrati a contenere il «senso di colpa» a favore del processo di ricostruzione postbellico.
NEI LAGER – Il regista britannico lavorò sul materiale «girato», nei lager di Auschwitz e Dachau, da truppe inglesi e sovietiche e dal collaboratore e amico fidatissimo Sidney Bernstein. Quelle immagini (di cui Hitchcock curò montaggio e direttive generali) scioccarono il maestro dell’orrore che fu costretto ad allontanarsi dal progetto per una settimana, prima di riprendere il lavoro e portarlo a termine. Negli anni successivi si persero le tracce del documentario. Almeno fino al 1980, quando il girato venne recuperato da un ricercatore americano che lo ritrovò tra la polvere del museo londinese. In seguito il cortometraggio fu presentato in versione incompleta al al Festival di Berlino del 1984, oltre che sulla rete tv americana «Pbs». Quella versione è visibile anche su youtube. Scene fortissime, di orrore e dolore, ma anche piene di empatia e umanità con interviste a sopravvissuti, militari, testimoni.
Mariano Messinese
Twitter: @MarianoWeltgeis
