Rastelli: “Un’emozione grande tornare ad Avellino – I Lupi lotteranno per la serie A”
Ci siamo, fra poche ore tornerà a calcare l’erba del Partenio-Lombardi, lo stesso stadio che lo ha visto protagonista per tre lunghi anni. Massimo Rastelli affronterà alla guida del Cagliari il suo recente passato. Un passato costellato di vittorie. Il tecnico di Scafati è stato il condottiero dei Lupi in tre campionati belli e vincenti: 2012/2013 clamorosa promozione diretta dalla Lega Pro alla serie B; 2013/2014 grande girone di andata e play off svaniti soltanto all’ultima giornata; 2014/2015 non solo qualificazione ai play off ma addirittura clamorosa finale non raggiunta per una sfortunatissima traversa colpita da Castaldo contro il Bologna. Facendo due conti e qualche paragone, si può tranquillamente asserire che Massimo Rastelli è stato l’allenatore dei lupi più longevo e vincente almeno degli ultimi trentanni di storia biancoverde. Sotto la sua guida sono venuti alla ribalta del calcio nazionale ragazzi sconosciuti: Zappacosta, Izzo e Bittante sono saliti sul proscenio della massima serie, mentre gente come D’Angelo e Arini, pur non essendo in possesso di classe eccelsa, sono diventati validi ed affidabili calciatori di categoria. E che dire di un campione come Gigi Castaldo, che a 30 anni suonati sembrava ormai perso per il grande calcio, invece con Rastelli si è riscoperto calciatore di enorme caratura, a cui sta stretta anche la serie B. Insomma, Massimo Rastelli, ovviamente avvalendosi dell’indiscutible intelligenza e lungimiranza della famiglia Taccone, è stato il grande artefice dell’attuale ciclo di successi biancoverdi.
Certo, le incomprensioni e gli atteggiamenti, le cose dette e non dette, e le problematiche di comunicazione che hanno caratterizzato i giorni del suo clamoroso passaggio al Cagliari, hanno lasciato una spiacevole scìa di forti polemiche, che hanno determinato divisioni e spaccature nella tifoseria, che non ha lesinato attacchi diretti a Massimo Rastelli. Ma la stragrande maggioranza delle persone che vivono ad Avellino e in Irpinia sono intelligenti e soprattutto in possesso del culto sacro della gratitudine. Queste persone, al di là delle polemiche e delle cose chiarite e non chiarite, saranno eternamente grate a Massimo Rastelli per quel che ha dato all’Avellino calcio. Come, siamo certi, conoscendo le doti umane del tecnico di Scafati, Massimo Rastelli sarà eternamente grato ad Avellino, alla famiglia Taccone e a tutta la tifoseria biancoverde, anche a quella piccola parte che non gli ha perdonato il momento e sorattutto la maniera con la quale ha detto addio all’Avellino.
Venerdi sera, con la sua corazzata Cagliari, Rastelli sfiderà i Lupi. Lo abbiamo contattato in esclusiva per il Giornale dell’Irpinia. Ecco cosa ci ha detto.
Massimo, allora, con quale stato d’animo torni ad Avellino?
“Sicuramente sono assai emozionato per questa partita contro la mia ex squadra e lo sono ancor di più per il ritorno in una città a cui sono assai legato e a cui debbo tantissimo”.
Venerdi sera, quando attraverserai il campo, per te ci saranno più fischi o più applausi ?
“Non lo so, penso che sia doveroso rispettare il punto di vista della gente, perchè per me il pubblico è sempre sovrano. Quindi, se saranno più fischi o applausi, lo decideranno i tifosi, come è giusto che sia”.
Che Avellino ti aspetti contro il tuo Cagliari e soprattutto una tua previsione sul campionato della squadra biancoverde.
“Sarà una sfida molto dura per il Cagliari perche mi attendo un Avellino molto forte e voglioso di ben figurare contro la mia squadra. Per quanto riguarda il futuro della compagine di Tesser, posso tranquillamente affermare che i Lupi sono in grado di migliorare la loro già buona classifica, e presumibilmente potranno finire anche in una posizione di privilegio nella griglia dei playoff. In ogni caso l’Avellino lotterà per la serie A fino alla fine”.