Riforma della P.A.: tutti i certificati saranno on line
Dopo quasi un mese è arrivato il via libera del Consiglio dei Ministri al disegno di legge delega sulla Pubblica Amministrazione. Una “rivoluzione copernicana” per la P.A. ha detto il Premier Matteo Renzi spiegando che “alla fine del percorso di riforme, alla fine dei 1000 giorni, il rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione sarà rovesciato” perché sarà l’amministrazione ad andare a casa dei cittadini, con tutti i certificati “online e scaricabili”.
Il Premier ha demandato al Ministro Marianna Madia di dettagliare (domani) il contenuto del provvedimento, ma ha ribadito che ci sarà un “rovesciamento dei ruoli: non sono più io, cittadino, che vado a fare la fila ma è l’ufficio che con una app sul telefonino o con procedura online o mandando a casa un certificato” renderà disponibile ogni documento necessario.
Certo, il ddl dovrebbe contenere anche misure che non saranno ‘indolore’, come le nuove regole per i dirigenti pubblici, che già hanno registrato, per le prime scelte messe in campo con il decreto all’esame della Camera, diversi mal di pancia. I sindacati hanno parlato di testo “punitivo” nei confronti di chi nella pubblica amministrazione lavora. “Nessuno vuole punire i sindacati” ha replicato il premier, chiarendo però che sul taglio dei permessi sindacali, altra nota dolente, il governo andrà avanti: “Non abbiamo paura di dimezzare il monte ore dei permessi sindacali” ha ribadito Renzi, aggiungendo che “stiamo attuando un percorso di riforme così radicale e significativo al Senato che figuriamoci se abbiamo paura. Se hanno il 50% dei permessi in meno nessuno soffrirà”. Nel ddl dovrebbe trovare posto anche una norma inizialmente pensata per entrare nel decreto (“poi non l’abbiamo inserita ma senza interveneti esterni” ha precisato Renzi), quella per semplificare l’iter delle leggi e tenere sotto controllo il fiorire di decreti attuativi che frenano l’effettivo funzionamento delle riforme: nel frattempo sarà il ministro Boschi, all’inizio di ogni consiglio dei ministri, a stilare l’elenco, ministero per ministero, di quelli che ancora mancano.
“Ce ne sono ancora 752 da disciplinare – ha ricordato Renzi – di cui 286 risalgono al governo Monti, 304 a Letta e 162 sono del nostro governo, dei quali il 60% è in scadenza. Speriamo che questo funzioni da campanello d’allarme”.
Da Ansa.it