Roma, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna dal 5 giugno al 5 ottobre 2014 in mostra “il corpo della seduzione”, da Modigliani a Mirò
Gli straordinari scatti di Man Ray, i nudi di Modigliani, diventati un’icona, le linee sinuose e debordanti delle ceramiche invetriate di Leoncillo o le passamanerie spiazzanti di Enrico Baj: i grandi maestri del ‘900 raccontano la seduzione del corpo femminile in una bella mostra allestita dal 5 giugno al 5 ottobre alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Esposte circa 130 opere provenienti dalle collezioni del museo romano, in un riallestimento molto efficace e avvincente, che riporta in primo piano non solo i capolavori più conosciuti, ma anche e soprattutto splendide e poco note testimonianze della ricchezza espressiva dell’arte italiana.
Presentata alla stampa dalla soprintendente Maria Vittoria Marini Clarelli, ‘La forma della seduzione. Il corpo femminile nell’arte del ‘900’ apre la nuova stagione espositiva della Gnam, affiancata da altre importanti iniziative. Come ‘Il giardino dell’Anima’, installazione di Maria Dompè, la personale di Flavio de Marco intitolata ‘Stella’, e la proposizione delle due versioni di ‘Sonno romano’ del grande Fabrizio Clerici.
Si sono sempre confuse”, scriveva Jean Bodrillard nel 1979, e proprio questa frase è il fil rouge della rassegna, che si sofferma appunto sulla crescente ambiguità del fascino esercitato dal corpo della donna durante il XX secolo. Ecco dunque i magnifici scatti di Man Ray e il ‘Nudo disteso’ di Amedeo Modigliani, il ‘Nudo muliebre’ di Gino Severini, lo splendido disegno di Alberto Viani a testimoniare come il linguaggio inquieto delle avanguardie sia riuscito a declinare, sempre nel segno della trasgressione e provocazione, le pose languide, sinuose, accoglienti, proprie della rappresentazione classica del tema. Si prosegue con l’eclissi del corpo e la progressiva destrutturazione, nell’arte, della figura. Nelle opere, tra gli altri, di Giuseppe Capogrossi, Carlo Carrà, Renato Guttuso, Manzù, Eric Heckel, Joan Mirò, Enrico Prampolini, il genere artistico del nudo femminile viene riformulato secondo logiche diverse dal naturalismo. Non mancano gli artisti di area surrealista (presenti grazie al fondo donato al museo da Arturo Schwarz nel 1998), che offrono un’immagine fortemente deformata della sessualità femminile.
Dalla linearità arcaizzante di Modigliani alle ninfe dormienti di Giorgio De Chirico, il percorso si conclude con l’attrazione esercitata dal corpo femminile abbandonato nel sonno, fra vulnerabilità e passività.
Da Ansa.it