Seminario Biogem analizza declino cognitivo in pazienti nefropatici

Sarà il legame tra malattie renali e funzione cerebrale nel corso dei secoli e negli studi più recenti l’oggetto del prossimo appuntamento seminariale presso il centro di ricerca scientifica irpino, in videoconferenza su piattaforma GoToMeeting, nella giornata di domani, a partire dalle ore 17:00. Ne parlerà il professore Giovambattista Capasso, nefrologo di fama internazionale, attualmente direttore scientifico di Biogem.
Si partirà dall’analisi di casi celebri, documentati nella storia della medicina, a partire dal re di Polonia, Stephen Bathory (1533-1586), che soffriva di malattie renali croniche, crisi epilettiche e depressione. Fino a quello, più noto, di Wolfgang Amadeus Mozart, affetto da patologia renale e depressione. Per arrivare, intorno al 1930, al primo report ufficiale di una disfunzione celebrale verificatasi a seguito di una malattia renale.
Compito del professore Capasso sarà valutare l’esistenza di un vero e proprio legame tra nefropatie e neuropatie, escludendo la semplice, fortuita coincidenza.
‘’Termini come ‘encefalopatia uremica’, ‘sindrome da disequilibrio da dialisi’ e ‘demenza da dialisi’ – anticipa Capasso – definivano disturbi cerebrali che si verificavano in stati uremici avanzati’’. ‘’Dati recenti – continua il professore – suggeriscono che il coinvolgimento cerebrale precoce, come il deterioramento cognitivo lieve (MCI), può verificarsi nelle prime fasi della malattia renale cronica (MCI-CKD), a sua volta dovuta non solo alla riduzione della capacità di filtrazione del rene, ma anche ad altre disfunzioni renali, come la proteinuria’’.
‘’Più in generale, molte (neuro)tossine uremiche potrebbero essere coinvolte nel processo, sebbene al momento il loro effetto sia in gran parte sconosciuto’’.
‘’Sfortunatamente – ammette Capasso – la maggior parte delle attuali osservazioni deriva da dati retrospettivi e non da studi prospettici’’. Sono quindi molte le speranze intorno al progetto europeo CONNECT, guidato proprio dal professore Capasso, e finalizzato a costruire una rete continentale di studiosi di varie branche della medicina, impegnati in una grande sfida, alla ricerca di ‘’utili informazioni sulla patogenesi di molte altre malattie cerebrali’’.

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