Serino, sulla grave crisi della Castanicoltura l’ADACI scrive alla Regione

Il sottoscritto avv. Francesco Calabrese, nato ad Avellino il 26/01/1976, residente a Serino (AV) alla via G. Marconi 32/A cap 83028 (Tel. 3383038700 – mail: francescocalab76@alice.it) in qualità di Presidente e legale rappresentante dell’associazione ADACI, registrata presso l’Agenzia delle Entrate in data 29 febbraio 2012 (C.F. 92082480648), senza scopo di lucro e movimento portatore di interessi diffusi, che conta oltre 500 iscritti espone quanto segue.

Facendo seguito all’incontro TSR tenutosi in data 11/07/2014 in merito ai finanziamenti europei e regionali per l’agricoltura, si evidenzia il fatto che nella nuova programmazione 2014/2020 non si evincono interventi sostanziali in relazione alla castanicolatura campana.

Infatti, come certamente è noto alle SS.VV. ill.me, negli ultimi anni il Castagno ha subito un forte attacco da parte del cinipide galligeno “Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu” che ha inginocchiato l’intera filiera castanicola sia dal punto di vista della produzione che economica. Tale disastro, come spesso accade, è stato accompagnato anche da un clima sfavorevole per la produzione castanicola, tanto da permettere la proliferazioni di muffe e parassiti che hanno debellato ulteriormente la produzione attaccando direttamente i frutti.

Le conseguenze di queste azioni negative, l’una per la diffusione a livello europeo del cinipide del castagno e l’altra per il clima sfavorevole alla castanicoltura, hanno di fatto imposto a moltissimi castanicoltori ed aziende castanicole, di abbandonare le proprietà o di rescindere da contratti di fitto perché i costi di gestione (pulitura del sottobosco, potatura dei castagni, trasporto e lavorazione) sono diventati insopportabili e talvolta superano i ricavi, producendo di fatto perdite consistenti irrecuperabili.
Visto sotto l’aspetto invece puramente ambientale, l’abbandono della castanicoltura, soprattutto in zone montane impervie, non raggiungibili con mezzi agricoli e dispendiose sotto il profilo economico-finanziario, mette a dura prova ulteriormente zone già ad alto rischio idrogeologico soprattutto lungo le pendici del monte Terminio e dell’alta Valle del Sabato.

E’ per questi motivi che l’ADACI sottopone alle SS.VV. ill.me di rivedere la nuova programmazione del Piano Sviluppo Rurale 2014/2020 onde consentire una priorità al settore castanicolo sotto forme e modalità che vorrete ben vagliare, ma che certamente dovranno essere di aiuto concreto rispetto ad altre realtà non colpite da tali alterazioni a sfondo naturale. Certi di un loro interessamento e nella più ampia disponibilità dell’associazione, si porgono distinti saluti.

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