Solofra, parte questa sera nel complesso monumentale di S.Chiara la rassegna culturale “LUSTRI TEATRO”
Sarà inaugurata OGGI venerdì 11 settembre, nel complesso monumentale di Santa Chiara di Solofra (Avellino), la rassegna L U S T R I TEATRO, un anno di teatro, cinema, letteratura, filosofia, da vivere con l’associazione Hypokritès Teatro Studio, che celebra così i 25 anni di attività e ricerca. L’inaugurazione prevede una brevissima performance degli attori della Compagnia, musica di Nicolino e Giuseppe D’Alessio e il saluto del direttore artistico Enzo Marangelo e del sindaco di Solofra Michele Vignola, prima del simbolico taglio del nastro della Mostra su 25 anni di costumi, scene e scenografie di Hypokritès Teatro Studio compagnia teatrale. Il titolo della Mostra è infatti: “Cinque lustri di Hypokritès in immagini, scene e video” ed è curata dai Maestri Michele Paolillo e Luigi Grosso.
Orari di visita: dal venerdì alla domenica (9.30-12.30/17.30-20.30) dall’11 settembre 2015 al 10 gennaio 2016.
DOMANI, sabato 12 settembre, via alla sezione Teatro al centro Asi Fanny&Alexander in “West”, un incantesimo che intrappola lo spettatore fino al dibattito finale di “Oltre la scena”.
Il “teatro oggi” sarà al centro della proposta della sezione curata da Enzo Marangelo, regista, attore e fondatore di Hypokritès teatro Studio che gestisce anche l’Accademia di teatro “Città di Solofra”. Sono compagnie provenienti da ogni parte d’Italia, quelle scelte da L U S T R I proprio per la loro capacità di indagare la realtà e il tempo: “Nell’asfittica rappresentazione della scena quotidiana, m’interessa suggerire, come curatore della sezione Teatro di Lustri, dei lavori artistici che riconducano al vero, che mettano al centro dell’essere umano la sua verità interiore” ha spiegato Marangelo. Il sabato è il giorno del Teatro.
Completa l’offerta “Oltre la scena”. Sarà un modo nuovo di andare a teatro, che richiama i tempi più ricchi di idee dell’avanguardia teatrale, attraverso la partecipazione, la riflessione e dibattito finale, a cura di Enzo Marangelo e Vincenzo Del Gaudio.
DOMANI Sabato 12 settembre, alle 21, al Centro Auditorium Asi, prende il via la sezione Teatro, molto competitiva e all’avanguardia dei linguaggi teatrali nel panorama internazionale. Si comincia con con Fanny & Alexander che è una bottega d’arte fondata a Ravenna nel 1992 da Luigi De Angelis e Chiara Lagani. Nel 1997 Marco Cavalcoli, attore e nel 2002 Marco Molduzzi, organizzatore, si aggregano stabilmente alla compagnia. Fanny & Alexander produce spettacoli teatrali, laboratori, progetti video, installazioni, azioni performative, mostre fotografiche, pubblicazioni, convegni e seminari di studi, festival e rassegne. Nel 2012 Fanny & Alexander fonda, insieme a ErosAntEros, gruppo Nanou e Menoventi, la E, cooperativa di artisti e organizzatori che ne cura la gestione dei progetti e delle creazioni. Sabato 12 settembre a Solofra va in scena “West”, con la regia di Luigi De Angelis.
“West” è l’estremo dei punti cardinali della storia del Mago di Oz. Lo spettatore sarà “imprigionato” assieme a Dorothy da una strana forma di incantesimo, una trappola del linguaggio capace di sospendere a tratti la facoltà di esprimere un giudizio, la possibilità di compiere delle scelte, dire sì o no alle cose che saranno proposte.
Il lavoro, incentrato sulle tecniche della manipolazione sottile del linguaggio pubblicitario, intersecherà motivi mitici a motivi legati alla contemporaneità, alla cronaca e ai grandi emblemi dell’occidente.
Lo spettatore è qui un consumatore, oggetto di stimoli continui, soggetto alle trame sottili di una persuasione occulta ai suoi danni continuamente perpetrata, prigioniero e allo stesso tempo potenziale scardinatore della gabbia in cui è stato calato: scendere vigilmente nel pozzo profondo in cui precipita la truccatura della “strega”, le sofisticate tecniche della comunicazione massmediatica, vuol dire assumersi l’impresa della risalita, e al contempo il rischio del non ritorno.
“West” sarà una sorta di parabola contradditoria, una metafora dell’immaginario contemporaneo e delle sue derive, del potere che le immagini hanno su di noi.
Sullo sfondo l‘Occidente e i suoi simboli, e il corpo martoriato eppure incredibilmente “normale” della nostra società.