Spezia – Avellino 2 – 1, i Lupi prima illudono e poi deludono
Spezia – Avellino 2 – 1
Spezia: Chichizola, Vignali, Valentini N., Terzi, Migliore, Maggiore, Errasti (dal 65′ Pulzetti), Djokovic, Piccolo (dall’85′ Datkovic), Granoche, Fabbrini (dal 78′ Baez). A disposizione: Valentini A., De Col, Ceccaroni, Sciaudone, Signorelli, Mastinu. All.: Di Carlo.
Avellino: Radunovic, Laverone, Jidayi, Migliorini, Solerio, Lasik (dal 75′ Camarà), Moretti (dal 65′ Omeonga), Paghera, Verde (dal 46′ Castaldo), D’Angelo, Ardemagni. A disposizione: Lezzerini, Perrotta, Eusepi, Belloni, Bidaoui. All.: Novellino.
Arbitro: Ghersini di Genova. Assistenti: Baccini e Raspollini. Quarto uomo: Giua.
Marcatori: al 17′ Ardemagni, al 25′ Djokovic (S), al 69′ Granoche (S).
Ammoniti: Errasti (S), Lasik, D’Angelo, Djokovic (S). Angoli: 7-2. Rec.: 0′ pt; 6′ st.
Seconda sconfitta consecutiva peri Lupi, che perdono anche a La Spezia.
I ragazzi di Novellino erano passati in vantaggio poco dopo il primo quarto d’ora di gioco, grazie ad un colpo di testa di Ardemagni su cross dalla sinistra di D’Angelo. Sembrava una gara in discesa per l’Avellino, che era entrato in campo al Picco con una buona disposizione tattica e con discreta personalità. Lo Spezia non era riuscito a cavare un ragno dal buco ed il vantaggio dei Lupi sembrava di buon auspicio per l’esito finale di questo match.
Ma poi, proprio quando erano nel pieno controllo della gara, i Lupi sono stati puniti da un infortunio (ci rifiutiamo di denominarla papera) di Raduonovic, che, su un tiro di alleggerimento di sinistro dello spezzino Djocovic da circa trenta metri, si è fatto ingannare da uno strano rimbalzo della sfera proprio a pochi centimetri dalle sue braccia, che ha costretto il pipelet serbo dell’Avellino a smanacciare, senza riuscire a bloccare la palla che ha preso una strana traiettoria e si è insaccata accanto al palo opposto ancor prima che Granoche si avventasse per il tap in. Un autentico “infortunio” per Radunovic, forse anche ingannato dalla luce del sole. Sta di fatto che lo Spezia si è ritrovato, dopo otto minuti dallo svantaggio subito, nuovamente in parità e, da quel momento, la partita ha preso una strada diversa.
Gli uomini di Di Carlo, completamente galvanizzati dall’insperato pareggio, hanno preso letteralmente possesso della trequarti avellinese, costringendo Moretti e soci a rinculare, senza riuscire a ripartire e a proporre gioco. Il primo tempo è andato in archivio con le due contendenti in parità, e sostanzialmente il parziale ci è sembrato anche una logica risultanza di quanto visto in campo.
Ad inizio ripresa, ha fatto ingresso in campo Gigi Castaldo, in luogo di un Verde che aveva giocato molto più nella propria che nella metà campo degli avversari. L’intento di Novellino era quello di dare più sostanza alla fase offensiva dei Lupi. Ma la storia del secondo tempo ci ha detto di una squadra ligure che ha continuato indisturbata a fare la partita, senza che la compagine biancoverde riuscisse a fare filtro efficace nella zona nevralgica del campo. Il tecnico dei Lupi ha notato le difficoltà tattiche ma anche di condizione atletica di un Moretti in difficoltà ed è corso ai ripari, gettando nella mischia il giovane Omeonga.
Ma la “musica” non è cambiata, perchè lo Spezia ha continuato a fare la partita. E così, cinque minuti dopo l’ingresso del belga dell’Avellino, lo Spezia (correva il 25′) è passato in vantaggio, con un gol di testa di Granoche su cross dalla destra che ha sopreso ancora una volta un Radunovic non apparso impeccabile. Lo svantaggio ha praticamente sentenziato la sconfitta dei Lupi, che nei restanti 20 minuti di gioco, pur catapultandosi con veemenza negli ultimi venti metri spezzini, e mettendo in grande apprensione la retroguardia di casa, non sono riusciti a mettere a segno la stoccata vincente. Così la porta di Chichizola è rimasta inviolata, anche se l’Avellino recrimina per un presunto fallo di rigore commesso dallo stesso portiere ligure, nei concitati istanti finali, ai danni d Ardemagni, con l’arbitro che ha sorvolato, tra le proteste dei biancoverdi.