Sturno, toccante saluto di Franco Di Cecilia all’amico Aurelio Cangero prematuramente scomparso

La prematura morte di Aurelio Cangero, Sindaco di Sturno, ha lasciato un vuoto grande. Riportiamo integralmente la lettera che l’amico Franco Di Cecilia ha voluto dedicargli durante il rito funebre tenutosi domenica scorsa nella Chiesa San Michele tanto cara agli sturnesi.
Caro Aurelio,
un filosofo che hai studiato bene, Hobbes, affermava che “ il cuore lo conosce solo Dio”.  Adesso che siedi accanto al Signore lo conosci anche tu e sai bene che il mio stato emotivo mi impedirebbe, oggi, di rivolgerti direttamente, nell’ora fatale, questo mio saluto.
Ma ritengo doveroso essere qui, non certo per ricambiarti l’attenzione che tu rivolgesti in questa stessa chiesa ad un ex sindaco di Sturno, mio padre. Altri, come l’amico Vito Di Leo che mi ha preceduto, più di me sono  legittimati a rappresentare la comunità sturnese, che coralmente piange il suo amato Sindaco.
Però avverto forte il dovere morale e civico di dedicarti questa lettera di commiato perché sono convinto che nel romanzo della propria vita ci sia sempre qualche pagina scritta da altri o quanto meno scritta insieme ad altri. Ed è innegabile che quella che è stata la parte pubblica della tua vita, il tuo impegno civile, prima per 10 anni Assessore nella mia Giunta e poi negli ultimi 6 anni Sindaco di Sturno, sia stata una pagina prestigiosa della tua, della nostra vita, una pagina scritta insieme, caro Aurelio.
Rammenterai, lungo il viale alberato della FIAT, all’inizio della primavera del 1999, l’invito che ti rivolsi a far parte della mia lista. Ricorderai, dopo la vittoria, le ansie, le preoccupazioni, le amarezze di un’esperienza difficile, qual è guidare una comunità; ricorderai pure le soddisfazioni e le vittorie che solo chi  amministra senza secondi fini può assaporare in tutto il loro genuino valore. Rammenterai ancora quando 10 anni dopo ti chiamai nel mio ufficio di Sindaco, ufficio che frequentavi con discrezione, perché consapevole che a quella porta bussavano e bussano quotidianamente le esigenze di un popolo, a cui non sempre è possibile dare le risposte sperate e meritate.
Al termine del mio decennio ti dissi: “Aurè, ora tocca a te!”. Ora che conosci il mio cuore, scoprirai che questo era un pensiero antico, risalente alla già ricordata passeggiata alla FIAT. Ma era solo un pensiero. Dopo 10 anni quel pensiero divenne una scelta, una decisione condivisa da tutti gli amici.
Ti vidi, in quell’occasione, tormentato dal dubbio tipico della persona sensibile, che  è lontana dalla baldanzosa sicumera dell’incosciente.
Oggi lo confesso: caro amico, scegliemmo te, così caratterialmente diverso da me, anche superando legittime e comprensibili aspirazioni, perché hai una virtù, oggi rara, una virtù che non si apprende, ma che si ha o non si ha e tu ce l’hai: tu sei leader, e sei leader perché hai carisma e carisma deriva da Karis, che in greco significa “dono di Dio”.
Quel Dio a cui oggi viene istintivo chiedergli perché ti ha tolto da noi e, soprattutto, dalla tua famiglia, ma è lo stesso Dio che ci ha regalato te e che,  grazie al carisma che ti ha donato, ti consente di eternarti, di farti vivere ben oltre la vita terrena, di farti vincere le leggi inesorabili della vita, che è esperienza di caducità.
Chi potrà mai dimenticarti; dimenticare la tua giovialità contagiosa, la tua simpatia prorompente, il tuo parlare ad alta voce, il tuo inconfondibile gesticolare, le tue battute argute, i tuoi divertenti e rispettosi sfottò.
Già ti immagino in Paradiso, attorniato da una folla di anime elette del nostro paese a parlare di Sturno e degli Sturnesi, sempre col tuo brillante eloquio, accompagnato dal movimento sinuoso delle tue braccia infinite.
Ma soprattutto chi potrà dimenticare la tua cultura sopraffina, la tua oratoria avvincente, il tuo viscerale amore per il paese.
Leggi un po’, caro amico, sui giornali o su facebook che cosa scrivono di te.
Ti accorgerai che sono considerazioni e sentimenti ben diversi da quelli che comunemente si riservano a chi ci lascia cosi prematuramente, così improvvisamente.
Non è la semplice “pietas” che si dedica alle vittime di un perfido destino, ma è la stima sincera che viene rivolta ad un papà dolcissimo, ad un marito affabile, ad un figlio e ad un fratello che ha onorato una famiglia sfortunata, ad un professore amato, ad un cittadino esemplare, ad un amico simpatico, ad un collega leale, d un Amministratore capace.
Noterai quanta sincerità c’è in queste lacrime, in questi ricordi, in questi rimpianti.
Noterai che tutti siamo addolorati, perché ci hai lasciati troppo presto e troppo repentinamente, che c’è un intero paese che piange la morte del suo Sindaco, perché quando muore un Sindaco, per giunta un Sindaco in carica ed un Sindaco come te, quello che è il lutto di una famiglia diviene il lutto di un popolo, di tutto il popolo.
Questo popolo che oggi per onorare la tua memoria non deve dividersi, ancor più nel recriminare il recente passato.
La lotta politica, tu lo sai bene, non è un torneo per dame e cavalieri, ma spesso una contesa aspra, che però deve arrestarsi quando c’è da dimostrare la compattezza di una comunità, così drammaticamente colpita.
Resterai con noi sempre, grazie ai tuoi insegnamenti e ad un esempio di vita che ci hai lasciato.
Tu continua a lavorare per noi, ispirando le nostre azioni ed illuminando i passi di chi, così improvvisamente e tragicamente, è chiamato a prendere il tuo posto alla guida della comunità. Potrà contare su di un gruppo unito di amministratori onesti e vincenti che abbiamo formato insieme tanti anni fa.
Ci mancherai Aurè. E mancherai a tanti. Anzitutto mancherai a chi ti ha conosciuto ed amato prima e più di noi, come tua madre, nobilissima figura di gentildonna d’ altri tempi, ed alle tue sorelle, apprezzate professioniste, donne già tanto provate dalla tragedia di tuo padre, l’indimenticato direttore Davide, e da quella di tuo fratello Michele, che ti ha preceduto in cielo e con il quale ora ti sei ricongiunto, inseparabili come eravate  in vita
Mancherai ai tuoi alunni ed ai tuoi colleghi.
Poche settimane fa mi hai accompagnato a Villanova, il tuo secondo paese, quando mi sono insediato come presidente della commissione d’esame nella tua scuola, la tua seconda famiglia.
Nonostante ti avessi dispensato, sei stato lì per presentarmi i tuoi colleghi, per accogliermi nel luogo dove formavi da anni le nuove generazioni, inculcando loro valori ed ideali.
Ho capito quanto sei stimato e benvoluto, anche come professore.
Mancherai agli Amministratori e ai Dipendenti comunali. Senza di te sarà durissima, ma avranno dalla loro parte la solidarietà e la comprensione del popolo.
Mancherai ai tuoi amici, con i quali hai condiviso le grandi passioni della tua vita, come il calcio.
Mancherai alla gente, quella gente che hai amato e servito con profonda dedizione.
Mancherai a me, come amico, come cittadino di Sturno, come Sindaco.
Che bei gesti quando venivo al Comune per rappresentarti le esigenze della comunità scolastica. Volevi sempre che occupassi io, come quand’eri assessore, la tua sedia di Sindaco, una postazione che dà tanto onore, ma che è pure fonte di innumerevoli preoccupazioni.
A me, più di tutto, mancherà una scena meravigliosa per dolcezza: quel fantastico quadretto familiare, ormai scolpito per sempre nella mia memoria, di quando rientravi a casa, con la tua bella famiglia, dopo una serata in piazzetta. Quanta tenerezza vederti allontanare per il Vico Nuovo così gigantesco, portando per mano le tue minuscole creature ed avendo al tuo fianco una donna eccezionale, degna compagna di un uomo formidabile.
L’abbiamo tutti ancora più ammirata, la tua Lucia, in questi giorni drammatici nei quali le è crollato addosso il cielo. Quanta dignità e quanto coraggio nella sofferenza più acuta.
A lei tocca la sorte più amara: compensare in famiglia il vuoto incolmabile che lasci, forse senza avere neppure la possibilità di piangerti per non turbare ulteriormente i tuoi tre uccellini.
A loro il pensiero finale. Davide, Michele, Enrico Maria sanno già di aver avuto un papà grande. Crescendo sapranno di aver avuto soprattutto un grande papà.
Saranno orgogliosi di te, così come recentemente lo sei stato tu dei tuoi piccoli quando ti ho riferito dei loro voti a scuola . E’ vero: questi bambini sono oggi privati di una presenza importante. E’ forse questa la peggiore disgrazia che possa capitare ad un bambino: perdere un genitore.
E’ un’ assenza che avvertiranno sempre. Ma se in tanti proviamo a dar loro un pezzetto di quell’amore immenso che non potranno più materialmente ricevere da un padre insostituibile, si sentiranno sicuramente meno soli, a scuola, a casa, in piazza, nella vita. Almeno questo, caro amico, te lo dobbiamo.
Noi pregheremo per te, ma a te, che ora sei giusto tra i giusti, chiediamo di pregare per noi, per farci superare questo insopportabile dolore e per farci sentire sempre degni di te. Ciao Aure’!
Franco Di Cecilia

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